Pittori

Spazi della Mente

 

Inaugurata personale

SPAZI DELLA MENTE

di Margherita Astorino Stranges

(Benevento 3 - 12 Settembre 2010)

 
 
L’Artista di origine cirotana Margherita Astorino Stranges ha inaugurato la sua personale “ Spazi della Mente” nell’ambito della manifestazione “ Benevento – Città spettacolo XXXI edizione” tenutasi a Benevento dal 3 al 12 Settembre 2010.La personale , allestita nella Rocca dei Rettori, palazzo eretto nel 1321 come sede dei Rettori pontifici, ha riscosso notevole interesse ed un soddisfacente afflusso di pubblico.
Margherita Astorino Stranges con alla sua destra il Direttore artistico della manifestazione dott. Guido Baffi ed, alla sua sinistra, l’assessore alla cultura  di Benevento Avv. Raffaele Del Vecchio
 
 
NOTA DELL'AUTRICE
La mia è una pittura che mette in primo piano l'autonomia dell'arte, la volontà di creare una realtà poetica attraverso la rappresentazione di un'esperienza fenomenica vivace. Cerco di far rivivere l'intero ciclo delle emozioni e delle conoscenze esistenziali fondendo in un'unica immagine il vero e l'inverosimile il che spesso è la stessa cosa per l'artista che è sovrano nel metterli in vita con le proprie opere. La mia forza espressiva si traduce in un simbo­lismo aggettivo che mi consente di dar vita, su base sogno-realtà, ad un'arte moderna per sentimento ed espressione, libera da schemi accademici. L'originalità dei lavori rivela il mio temperamento inquieto nell'intento di scandaglio drammatico, sul piano poetico e linguistico.
MARGHERITA ASTORINO
La Critica:
A riguardare la sua opera precedente, è davvero il segno di un nuovo inizio questa mostra che Margherita Astorino offre come promessa, carichi di entusiasmi, per lei prima sconosciuti. Soltanto il drastico rifiuto di un passato più meditativo e intimo può infatti schiudere la meraviglia di nuovi percorsi creativi, questa volta inquietanti, ovviamente, visti che l’artista continua a misurarsi, ma con altra cifra, con aspetti secondari o minimali della realtà, affrontando pericoli di dèjà vu e imbattendosi con viva curiosità in scoperte singolari.
Una scoperta, per lei la più suggestiva, è la qualità simbolica del mondo, avvertita con occhio educato alle immagini del computer e alla fotografia digitale,cioè irreali quanto più definite dalla saturazione cromatica. Ed è, questa, una vera e propria celebrazione del nonsense insito nella forma delle cose, nei possibili accostamenti incongrui, negli spazi di una natura che si fa astratta giocando a rimandare tutto, ingigantito, in primo piano.
Non è una favola, quella che ci viene ora raccontata, ma una sorta di riflessione dell’autrice sull’avvenuta sua ironica immersione nel caleidoscopio immaginario di alcuni grandi - Magritte,Dalì fra gli altri – che ricostruirono in modo impensato l’universo con il linguaggio folgorante.
Che sia una sfida? Forse, ma intrapresa con lucidità e puntiglio, tra rischi accettati e, ogni tanto, vinti.
 ELIO GALASSO
Critico d’arte
  • La mostra
La mostra è stata allestita nella Rocca dei Rettori, palazzo eretto nel 1321 come sede dei Rettori pontifici sui resti di un antico fortilizio longobardo a sua volta eretto su consistenti tracce di un edificio romano. A questo monumento sono legati molti fatti di storia e di vita della città di Benevento. Ha visto prigioniero Muzio Attendolo Sforza e nel, 1443 Alfonso D’Aragona, Re di Napoli che vi tenne il Gran parlamento del Regno. Tra i delegati apostolici che vi ebbero dimora si ricordano Traiano Boccalini, Stefano Borgia, noto autore della “ Memorie Istoriche della pontificia città di Benevento”, Gioacchino Pecci, poi Papa con il nome di Leone XIII. (da: www.comune.benevento.it)

 

  • La stampa

L’articolo è apparso sul quotidiano “Il Sannio” di venerdì 3 settembre con il titolo “ L’INFINITO BLU DI MARGHERITA ASTORINO STRANGES”

di Enza Nunziato

Determinazione, passione, sensibilità. Tre elementi che caratterizzano la personalità di Margherita Stranges, donna di grande fascino e brava pittrice. Per ammirare le sue opere è possibi­le visitare, da oggi fino al 12 settembre, le sale della Rocca dei Rettori. Una personale che si inserisce nelle iniziative collaterali della 3lesina edizione di Città Spettacolo e che già nel titolo, "Spazi della mente", pro­pone momenti di riflessione esistenziale e culturale. Dagli esordi il percorso dell'artista è cam­biato e la sua pittura è diventata più intimi­sta. Allieva di Mario Ferrante si appropria con immediatezza e capacità della tecnica. Superata la fase 'didascalica' con sapiente precisione, Margherita ha voglia di crescere, di osare, di tirar fuori la sua particolare corsa verso l’infinito superando quei limiti, veri o fittizi, che la realtà a volte, ci impone. Una sfida ben riuscita, coronata dalla ele­ganza delle creazioni dell'oggi. L'azzurro è il suo colore preferito, declina­to in tutte le nuance. Prevale su ogni altra cromia e le permette di esaltare in simmetria scalare, il mare e il ciclo. Metafore di una vita che ancia a spazi non ancora esplorati e senza steccati. Margherita si racconta in speciale solitudi­ne da un "boccia di cristallo” - Silenziosa come un pesce grida il suo amore incondi­zionato per la natura e la meraviglia del crea­to. Sporcato dalle negatività dell'uomo privo di amore, di sensibilità e fratellanza. Una condizione che fa soffrire Margherita, ma che riesce a superare spingendosi alla ricerca della bellezza, sublimando le emozio­ni che pulsano nel suo cuore. Cosa fare dinanzi alle volgarità della vita? L'artista prova a rispondere con la sua arte, evidenziando sia le invidie che frenano i rap­porti umani e le falsità che adombrano l'esi­stenza, sia la capacità di sognare a occhi aperti, innalzandosi con animo nobile e puli­to sulle acidità della quotidianità. Ed è così che diventa una bambina che vuole ancora giocare, vuole riappropriarsi della dolcezza e dell'incanto. Sale verso l'azzurro lentamente senza chiedersi quanto tempo impiegherà per rag­giungere la-sua meta. Margherita ha la capa­cità di essere ancora innamorata della vita e per questo si pone degli obiettivi da centrare, costi quel che costi. E nell'unico quadro dove primeggiano i rossi è dipinta una chiave che non raggiunge la toppa perché il tempo che scorre inesora­bile, si frantuma in vincoli di difesa. Cosa avrebbe dovuto aprire quella chiave? È impossibile indagare a fondo la profondità del suo animo. Margherita ci racconta, senza mentire, ciò che vuole, e lascia a una matita e a un foglio bianco che si librano tra le nuvole, le parole mai dette, le frasi lasciate a metà, i sorrisi interrotti... e poi chissà, forse qualcuno riuscirà a completare lo spartito musicale del mistero dell'esistenza umana.

Brava Margherita ad maiora.