Convegni ed Eventi

Presentazione del Libro di Egidio Mezzi

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI EGIDIO MEZZI

Cirò, 15 Maggio 2016 ore 17,30

Buona sera, amiche, amici ed autorità tutte,
Chiedo scusa all’amico Scarola per il contrattempo dovuto all’incertezza della mia presenza a questo evento che mi vede doppiamente interessato, e chiedo scusa agli illustri relatori dott. Giuseppe Spadafora e profess. Giuseppe Virardi se il mio intervento toglierà tempo alle loro relazioni.
Sono rientrato a Cirò solo ieri pomeriggio, ma in tutta fretta nonostante gli impegni mi volevano altrove.
L’ho fatto perché’ non potevo mancare alla presentazione del libro del professore Egidio mezzi, libro il cui contenuto ho seguito sin dal suo concepimento e che oggi viene offerto al mondo della cultura e alla nostra cittadinanza con sua grande soddisfazione e soddisfazione di tutti coloro che negli anni hanno messo a sua disposizione materiale fotografico, documenti, consigli, suggerimenti tempo libero.
Mi riferisco ai suoi familiari e a tutti gli amici ed amiche che gli sono stati vicini.
Io mi sento, tra tutti questi, un privilegiato, molto orgoglioso di esserlo, per l’attenzione che il professore mi ha voluto riservare dedicandomi, insieme all’amico ing. Stefano Amantea, il suo lavoro.
E’ per me, quindi, compito graditissimo, anche se non previsto nella scaletta degli interventi, aprire i lavori per presentarvi l’ultimo lavoro del mio caro e fraterno amico “Cirò tra storia e cultura”.
Sono molto emozionato, sapevo che la situazione mi avrebbe creato ansia ed apprensione e mi avrebbe scatenato un turbinio di emozioni:
amicizia, riconoscenza, rispetto, felicità,
felicità che provo nel vedermi immortalato nell’opera che vi presentiamo.
Per questo motivo e per evitare di perdermi nel discorso con osservazioni che prima o poi da qualcuno dovranno essere fatte, ho scritto quanto per l’occasione ho sentito di dover dire.
Sono riflessioni che in parte ho già fatto sul sito ciroaltra.it, sul quotidiano on line il Cirotano e riprese, sul suo blog, da Peppe De Fine persona molto attenta alle vicende cirotane, ma che mi piace ripetere di fronte ad una platea così numerosa.
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Come dicevo, sono emozionato, anche perché non mi era mai capitato, prima d’ora, di parlare in pubblico in occasione di eventi culturali e di fronte ad una platea così numerosa, in passato ho avuto modo di farlo, ma solo in convegni e seminari dove il pubblico era composto da operatori del credito per illustrare nuove strategie di lavoro, nuove procedure, regolamenti e dove il linguaggio e gli argomenti trattati mi erano familiari, perché’ riguardavano la mia professione.
Questa volta l’ambiente è diverso e mi crea ansia ed emozione, ma lo faccio con piacere per due ordini di motivi e vi prego di perdonarmi se il linguaggio non scorre regolarmente.
Il primo perché’ mi ritengo, gli altri amici che nel tempo hanno fornito consigli, supporto morale e vicinanza all’autore mi perdoneranno, la persona che ha più di ogni altra insistito per la pubblicazione del libro e ne ha curato la sua veste tipografica.
Il secondo, che mi rende particolarmente felice e onorato, per la possibilità che mi si offre di poter ringraziare pubblicamente l’autore, mio fraterno amico, per avermi voluto dedicare, insieme all’ing. Stefano Amantea, altro caro e fraterno amico, l’ultimo suo lavoro.
Gli illustri relatori, il dott. Giuseppe Spadafora e il prof. Giuseppe Virardi, avranno modo di parlarvi piu’ competentemente ed ampiamente dell’opera e della figura dell’autore, degno figlio della ns/ cittadina, a me in qualità di curatore dell’opera mi sia consentito di aggiungere poche parole.
Sarò breve e spero di non annoiarvi:
Come dice, lo stesso autore, il libro “è una cavalcata attraverso i secoli nel tentativo di ricomporre la millenaria storia di Cirò e la necessità di raccogliere in una pubblicazione organica alcuni saggi già pubblicati molti anni fa sulla rivista “Calabria letteraria” rivista culturale edita da Rubettino editore e sul sito ciroaltra.it.
Alcuni scritti risalgono agli anni novanta, resi pubblici nel 2001 e 2002 e ripresi negli anni successivi al 2010 sul sito cirotano, ma l’autore con la pubblicazione del libro ha voluto renderli fruibili da parte di un pubblico più vasto.
Trattasi di storie paesane scaturite da minute ricerche sui luoghi e negli archivi;
Piccole città escono dall’anonimato di un passato oscuro e l’autore negli anni ha contribuito a riportare alla luce pezzi di questo passato consegnandolo alla comunità cirotana come testimonianza di una civiltà che non deve morire e che ha lasciato validissimi segni della sua presenza e del suo livello culturale.
Recuperi di storia e di vita sociale che ci invitano a prestare attenzione e che potranno costituire non solo uno strumento di divulgazione delle usanze e costumanze di una periferia ricca di stratificazioni culturali, storiche, artistiche ed umane, ma anche per questo, polo di riferimento di notevole importanza per i giovani che non devono perdere il contatto con i fatti della cultura del tempo passato.
Spesso quando si ci trova di fronte ad un libro di storia locale si è tentati di storcere il naso perché’ l’esposizione non rispetta le tradizionali convenzionalità dei lavori storiografici o perché’, alcune volte, le storie raccontate difettano di riferimenti storici precisi.
Si cade insomma in quella che Giovambattista vico chiamava la “boria dei dotti” sinonimo di presunzione ed ignoranza.
Sappiamo quanto siano difficili, per uno storico di un paese periferico, le ricerche di fonti storiche e di indagini approfondite, specie per le vicende dell’antichità e per il periodo più buio della nostra storia “il medioevo”.
Una infinità di documenti è stata distrutta o giace in archivi poco conosciuti e inaccessibili allo storico locale o ingiallisce in quelli di famiglie poco disponibili a metterli a disposizione e renderli pubblici.
L’autore, senza pretese dottrinali, con la passione per la ricerca, ha ricostruito squarci significativi e rappresentativi della vita del nostro paese a partire dalle origini e fino ai giorni nostri.
l’opera che ci propone non è solo una storia su Cirò, ma si addentra anche nella vita socio culturale del nostro paese e ricostruisce cognomi e toponomastica e da questi deduce migrazioni ed insediamenti, dimostrando un buon aggiornamento in fatto di metodologie storiografiche, temperate dal buonsenso e dalla modestia, fornendo un dettagliato elenco di notizie storiche che hanno interessato le sofferenze e le privazioni della popolazione cirotana; sofferenze e privazioni che si universalizzano e che sono quelle delle popolazioni calabresi fino ad epoche non molto lontane: la fame, la malaria, il terremoto, l’avidità dei proprietari terrieri.
Ogni cittadino deve sapere che l’evoluzione delle strutture sociali non significa necessariamente distruggere o accantonare il passato con la conseguente degradazione ed alienazione del patrimonio storico, artistico, culturale e paesistico.
Patrimonio che aiuta non solo la crescita della gente che lo tutela e lo valorizza, ma di tutti coloro cui viene data la possibilità di fruirne.
A questo patrimonio di conoscenza il prof. Mezzi ha contribuito con la sua instancabile passione storiografica non sempre apprezzata e riconosciuta nella giusta dimensione.
Sappiamo quanto sia difficile essere cirotani, la storia ce lo insegna e San Nicodemo ne è l’esempio più evidente.
Nemo profeta in patria, ma almeno, in certe circostanze un po’ più di attenzione e riconoscenza verso un uomo che non chiedendo nulla ha svolto negli anni una encomiabile azione di recupero delle memorie storiche della nostra comunità aiutando la gente a conoscere la storia della propria terra e dandole un senso di appartenenza e condivisione, non guasterebbe.
Ho finito,
problemi di tempo e motivi di opportunità mi suggeriscono di passare la parola alla moderatrice, ma mi riprometto di riprendere questo mio intervento sul sito ciroaltra.it.
Prima di cedere la parola mi preme informarvi che la pubblicazione del libro è stata realizzata senza alcun patrocinio e, quindi, a spese dell’autore, a cui chi è interessato potrà rivolgersi per ottenerne copia.
Grazie prof. Mezzi, grazie Egidio per avermi dedicato questa tua opera, che, come tutte le altre che da decenni offri al mondo della cultura, con grande amore per il tuo paese e con l’umiltà e modestia che ti hanno sempre accompagnato, sarà fonte di conoscenza per le presenti e future generazioni.
Grazie a tutti voi per la pazienza e per l’attenzione, un grazie particolare all’associazione “Quattro Porte” per la disponibilità offerta nell’organizzazione dell’evento e grazie anche a tutte le altre associazioni di Cirò che costantemente contribuiscono con le loro iniziative alla promozione del nostro territorio come terra di cultura siano esse eventi culturali, folkloristici, religiosi o semplicemente, ma sicuramente non meno importanti, “pipi e patati” , “pipi e pisci”, “sardedda scattariata ccu pipi e cu l’ocito”, (uso i termini dell’amico Saverio di Bartolo altro illustre cittadino i cui scritti sull’arte culinaria cirotana trovano tanto consenso nel mondo, sul sito cirò altra rilevo contatti da paesi lontanissimi quali Australia, Giappone, Stati Uniti ecc.).
Il nostro territorio merita ben altra attenzione da parte delle istituzioni provinciali, regionali e nazionali.
grazie!
Giuseppe Gaudino