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Il Calendario Gregoriano -4

 Il calendario gregoriano

Papa Gregorio XIII introdusse il moderno calendario esattamente 400 anni fa per correggere l'errore del calendario giuliano, che stava via via accumulandosi e, soprattutto, per mantenere la Pasqua in primavera

 Come Scaligero, neppure Maestlin ap­provò il sistema gregoriano per la determinazione della Pasqua. Il Concilio di Nicea, nel 325 d.C., aveva stabilito che la Pasqua dovesse essere celebrata alla stessa data da tutti i cristiani. La Chiesa decise che la data della Pasqua dovesse cadere  nella prima domenica  dopo il quattordicesimo giorno del ciclo lunare (press'a poco il plenilunio) che corrisponde alla data dell'equinozio di primavera o poco dopo e che all’epoca del concilio, si pensava che cadesse stabil­mente il 21 marzo.

Questa regola mac­chinosa viene seguita ancor oggi nella determinazione della data della Pasqua e conseguentemente di tutte le altre feste  mobili.

Il computo della data pasquale è incontestabilmente     l'operazione     più complessa nel calendario.

Neppure Carl  Friedrich Gauss, che in gioventù lavorò su questo problema, riuscì a sviluppare un algoritmo completo per la derivazione di tale giorno.

La data della Pasqua può cadere in qualsiasi domenica dal 22 marzo al 25 aprile di ciascun anno. Incredibilmente, devono passare 5750000 anni prima che tutte le date della Pasqua si ripetano nello stesso ordine. La tavola delle epat­te viene usata per determinare l'età della Luna il primo gennaio di ogni anno in un ciclo di 7000 anni. Poiché l'intervallo medio fra un novilunio e il successivo, detto lunazione, è di poco superiore a 29,53 giorni, il numero massimo di epat­te è 30 (29,53 arrotondato al numero intero più prossimo). Conoscendo l'età della Luna il primo gennaio, è facile determinare le date di tutti i noviluni e pleniluni dell'anno. È poi facilissimo trovare il quattordicesimo giorno del ciclo lunare che cade il 21 mar­zo o dopo di esso.

La prima domenica dopo il quattordicesimo giorno è Pasqua. Il ciclo di epatte è però solo un'approssimazione alle lune vere o astronomiche; un'epatta può differire anche di tre giorni dalla fase lunare reale, anche se di solito la discrepanza è solo di un giorno o due. Il vantaggio principale di un ciclo lunare ar­tificiale è la sua semplicità. Il moto vero della Luna è troppo complesso per poter essere ridotto a una tavola semplice e comoda che possa essere compresa facil­mente da ecclesiastici addestrati al com­puto, la scienza del calcolo della data del­la Pasqua, che fu praticata in tutto il Me­dioevo e nel Rinascimento. Clavio si accontentò di buone appros­simazioni. Egli sostenne ripetutamente che il calendario doveva essere semplice , osservando che era assurdo pensare che tutti  potessero essere esperti in astronomia. Maestlin sostenne nondimeno l'esigenza di usare calcoli astronomici esatti nella derivazione del plenilunio pasquale. A differenza del suo ex professore, Keplero sostenne invece il metodo ragionevolmente esatto di Clavio per determina­re la data pasquale, dicendo che «la Pa­squa è una festa, non un pianeta».

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