Roba Cirogena

Risposta al commento (2)

Risposta al commento
“ Gaudino Giuseppe e il suo lombrico”
apparso sul Blog “’A VRASCERA” a firma Enza Larosa
(25 Luglio 2016)
 
2^ Parte
 
Impegnato nel recupero di alfabetizzazione che mi ha consigliato di intraprendere, ripartendo dalla lettura dei testi dei primi anni della scuola primaria, non mi resta tanto tempo da dedicare alle risposte che devo necessariamente dare ai commenti dei miei lettori in merito all’articolo “Cultura e Sapere”.
Sarebbe cattiva educazione se non lo facessi e mi porrebbe su un piano di superiorità alle bassezze contenute nei commenti che fino ad oggi sono apparsi sul blog “A VRASCERA” di Cataldo Antonio Amoruso, ma scomparsi tempestivamente come neve al sole.
Incomincio da Lei per il rispetto che si deve al suo genere, ma mi impegno di fare altrettanto per Cataldo Antonio Amoruso, che dopo una pausa di riflessione, ha deciso di non rompere ulteriormente e per suo marito, che aspetta impaziente di conoscere il mio pensiero.
 
Ecco la risposta che le devo:
 
Il Suo commento lo trovo molto sgradevole, non tanto per il contenuto di bassissimo profilo, ma perché proveniente da una donna, genere umano che per natura, al contrario dell’uomo, anche per il dono di poter partorire ed avere figli, è più riflessivo e propenso alla cautela.
 
Dico questo perché mia moglie in situazioni che mi vedono coinvolto, come quella che ci costringe a dialogare senza averne alcuna necessità e piacere, mi raccomanda sempre prudenza e cerca di dissuadermi dallo scontro frontale.
Mia moglie, però, è una donna con la D maiuscola.
 
E sono anche alquanto deluso.
 
Sprecare tanta sapienza per impartire una lezione sulla fotosintesi e sul ciclo di Calvin e vomitare tanto fango inutilmente è da persone che prima dell’abolizione della legge ’70 erano ben custodite.
 
Avrei capito e giustificato se tutta questa sua violenza fosse stata utilizzata, anche con termini più crudi, per difendere suo marito che si ritiene offeso dal mio scritto a cui lei fa riferimento, ma per i lombrichi…..
 
 Per altro verso il suo commento mi tranquillizza per il fatto che lei, amatissima moglie, non abbia trovato niente di cirogeno e di offensivo nel mio “Cultura e Sapere”.
 
E non trovando altro, per difendere suo marito da presunte offese, che fa, mi rimprovera l’ignoranza sulla sintesi clorofilliana, il ciclo di Calvin e l’esatta sequenza del processo digestivo.
 
Avrei evitato di risponderle se si fosse fermata ai soli rimproveri, ma le offese gratuite che ha voluto regalarmi, offese che solo per il fatto che sono state accolte su un blog a diffusione nazionale ed estera, sono ormai a conoscenza del mondo intero, non possono essere ignorate.
 
Lo faccio a malincuore dovendo usare termini e toni facilmente comprensibili ma che mai mi sarei sognato di usare nei confronti di una donna.
 
Spero, che nel frattempo, dopo la mia prima risposta, si sia resa conto che il Suo commento sul lombrico e la Sua illuminata lezione sulla sequenza: masticazione, digestione ed assimilazione dei cibi e le sue ultime considerazioni sulle mie vacanze, contengono gli estremi per una querela per diffamazione?
 
L’avrà capito sicuramente, ma non se ne preoccupi, può stare tranquilla, non lo farei mai, specie quando la destinataria è una donna e, poi, il Suo commento tranquillizza anche me per avere rischiato pure io una denuncia per lo stesso motivo da parte di Suo marito, per avere usato un “pseudo professori.
 
Eppure io quella frase l’ho usata in modo generico, senza volere minimamente offendere suo marito né addebitare alcuna appropriazione indebita di titolo, ma sottolineare che in certi casi dimostrarsi superiori è fuori luogo.
 
Dire “pseudo professori”, plurale e non singolare, è cosa ben diversa dal termine “MISERABILE” usato da Suo marito e dal contenuto del Suo commento, nei miei confronti, colpevole, per lei, di un utilizzo improprio, sempre secondo lei, di un detto latino e di una manifesta ignoranza sulla fotosintesi delle piante e del ciclo di Calvin.
 
Comunque possiamo stare tranquilli tutti e due e possiamo continuare a scambiarci tutte le opinioni che riteniamo, sicuri che, nonostante questo scontro dialettico, duro e sgradevole, la risposta che le darò sarà da Lei accettata come io ho accettato il contenuto del suo commento.
 
Però se avesse dato importanza a quella mia frase latina, son certo che non lo avrebbe fatto.
 
Veda Signora Larosa, avere a che fare con persone che, pur in una dialettica pungente e spregiudicata e dai toni fuori dalla norma, sanno come comportarsi ed hanno la cultura necessaria a capire il senso delle cose dette e non dette, per me è cosa assai stimolante; dovermi confrontare con persone che non sanno nemmeno di cosa stanno parlando è deprimente.
La causa della sua violenta reazione che ha scatenato questo alluvione di fango che si è abbattuto sulla mia persona è l’indignazione per una mia interpretazione poca erudita sulla funzione del lombrico in agricoltura, sulla mia poca conoscenza della “Fotosintesi delle piante” e del “Ciclo di Calvin” nonché su una mia frase in latino “Prima digestio fit in ore” per la quale non avrei rispettato l’esatta sequenza delle azioni cioè:
  1. Si mastica;
  2. Si digerisce;
  3. Si assimila
 
Non Le pare una grossa esagerazione?
 
Dottoressa, Professoressa Enzo Larosa:
“ma mi faccia il piacere”, avrebbe detto il grande comico italiano: Totò.
 
Da parte mia posso chiedere scusa per la mia ignoranza (se tale è) ma sono obbligato di chiarire il mio pensiero sui lombrichi e, considerato che si presenta l’occasione, sulla espressione “Prima digestio fit in ore” da me usata forse abusivamente per gli scarsi studi scientifici fatti.
 
 Non so se questo può bastare per convincerla della mia buona fede nell’utilizzo di figure allegoriche e metafore inopportune, inadeguate e sentenze prive di nessi logici che ha turbato la sua coscienza di persona sensibile al mondo animale e vegetale, ma mi auguro che possa bastare ad evitarmi, in futuro, di dialogare con persone presuntuose, prive di ritegno e senza vergogna
 
Non assicuro la riuscita di questo mio intendimento, dovrò sforzarmi di farlo per non perdere i benefici fino ad oggi ottenuti usufruendo della mia permanenza in Sila, quello che sicuramente farò è il lavoro di alfabetizzazione che Lei mi ha gentilmente consigliato per recuperare il gap che divide la mia ignoranza dalla Sua immensa cultura.
Dottoressa La Rosa, se non è dottoressa, ma è professoressa mi faccia sapere cortesemente in quale scuola insegna, così mi farò carico di consigliare, quei genitori che hanno a cuore l’avvenire dei lori figli, di iscriverli al Suo corso.
Sgarbi, con linguaggio forbito che solo lui può permettersi, definisce alcune persone capre.
Io non me lo posso permettere, non sono in possesso della sua cultura e nemmeno del suo portafoglio, a Lei posso, però, suggerire e consigliare di essere più prudente nelle sue lezioni da maestrina presuntuosa che le possono procurare oltre che brutte figure anche fastidi di altro tipo.
Lo confesso, è vero sono veramente ignorante, non mi intendo tanto di lombrichi né mi interessa la sua lezione sulla stabilizzazione del suolo che il lombrico contribuisce a fare, né mi interessa la fotosintesi delle piante né tantomeno il Ciclo di Calvin.
Basta questo suo intervento, però per farmi apprendere come nascono le rape.
Mi dispiace solo che nonostante la sua cultura, che le permette di intervenire in discussioni di alto livello culturale, non sia riuscita a comprendere quella bella metafora che ho era diretta a chi ne sa molto più di lei e più di Lei può capirla.
Lasci stare i lombrichi, a me non hanno fatto niente di male, nel mio orto ce ne stanno in abbondanza, come ce ne stanno in abbondanza nel compostaggio che io faccio per il riciclo delle sostanze organiche (residui di cucina).
Se poi è Lei ad avere interesse e bisogno di approfondire il suo bagaglio di conoscenze Le posso consigliare alcuni siti web che possono aiutarla a comprendere, più dei testi universitari sui quali Lei ha studiato, il valore della sostanza “Humus” che tali invertebrati producono e dei benefici che ne traggono le piante ed i vegetali in genere.
Io, che coltivo a tempo perso verdura e ortaggi nel mio orto, glielo posso, senza avere frequentato le scuole che lei ha frequentato, confermare.
Per quanto riguarda l’espressione “Prima digestio fit in ore” molto probabilmente, non avendo studiato il latino, non sa cosa significhi, e conseguentemente non ha nemmeno capito il senso del mio utilizzo.
Glielo spiego in modo molto elementare, come si trattasse di ad un bambino dell’asilo infantile.
In italiano quella espressione significa “La prima digestione avviene in bocca”; questo significato trasferito, come metafora, nel mio scritto vuole dire:
Prima di mettersi a pontificare, come Lei ha fatto a sproposito, bisogna leggere, riflettere su quanto si è letto e valutare l’opportunità di esternare giudizi stupidi sputando sentenze senza calcolare gli effetti che possono produrre. Solo così si possono evitare, nel caso di un lauto pranzo, mal di pancia e favorire una buona assimilazione e quindi una buona digestione. (La sequenza da lei illustrata non mi interessa) ma nel linguaggio figurato significa che Lei avrebbe fatto ottima cosa se, leggendo il mio scritto, avesse perso del tempo a riflettere, a meditare prima di scrivere a sproposito.
Veda dottoressa, io sono una persona comprensiva, ma devo avvertirla che prima di sparare sentenze si dovrebbe informare con chi ha a che fare e non pensare, che per il solo fatto che altre persone, sicuramente più acculturate di Lei, esprimono in libertà il loro pensiero critico su quel mio scritto, è permesso a tutti di farlo nella maniera in cui Lei lo ha fatto.
Chiunque può esprimere il suo pensiero, nei limiti della civiltà ed educazione e senza offendere chicchessia, scantonare significa rischiare brutte figure e correre dei rischi.
Segua il consiglio che sto per darle; se ha interessi culturali continui a studiare, ne ha bisogno, diversamente si dedichi alla sua famiglia e non rompa.
Comunque, ove mai dovesse essere ripristinato quel vagone descritto nel mio scritto, La terrò presente e mi farò garante per farle ottenere un posto in prima fila. Potrebbe essere trasportata in Sila dove io mi trovo e dove Le assicuro ne trarrebbe grande giovamento.
Potremmo anche incontrarci ed insieme iniziare quel lavoro di alfabetizzazione che Lei con molto tatto mi ha consigliato.
Le farei conoscere “Botte Donato” la cima più alta dell’Altopiano, dove si trova l’aria più pura d’Europa, da dove si ammirano panorami incantevoli e dove il silenzio è totale, rotto solo dal canto dei pini mossi dal vento.
“Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane, ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane”
(D’Annunzio: La pioggia nel pineto)
Il mio recupero per la verità, considerata la mia natura “BRUTA”, fino ad oggi è lento ma il suo, “Considerata la Sua semenza” e quindi la Sua stirpe di nobilissime origini, potrà essere velocissimo.
Lasci stare anche le citazioni, segua il mio consiglio, Lei non mi conosce e non conosce quale possa essere il mio livello culturale né quale possa essere stato il mio percorso professionale, distribuire sentenze le potrebbe costare caro.
Io non ho bisogno di segnalare Curriculum, sono pensionato e non sono in cerca né di visibilità o gloria, Le basta saper che ho lavorato prima nel Banco di Napoli per trenta anni, pensionandomi nel 1990 con un anzianità ai fini pensionistici di trentanove anni a sette mesi (tra lavoro effettivo ed anzianità convenzionali) con la qualifica di Dirigente, ho lavorato successivamente nel Credito Cooperativo Centro Calabria per altri diciotto anni quale Responsabile del Servizio Ispettorato – Controlli – Risk Controlling.
Come vede la mia preparazione è prettamente scientifica, ma le assicuro che nella vita non ho mai trascurato di interessarmi di altro raggiungendo un buon livello di preparazione che mi ha consentito di svolgere quei compiti di altissimo livello dove la conoscenza del diritto, dell’economia, della scienza bancaria, delle lingue della psicologia erano necessarie per confrontarsi con umili agricoltori, artigiani, commercianti, professionisti di ogni tipo, rappresentanti del mondo civile ed ecclesiastico, onorevoli, senatori, ricercatori e persone, quelle come Lei, verso le quali bisognava avere pazienza e tolleranza.
Una persona, quindi, abituata a trattare con gli umili e con i potenti, con i poveri e con i ricchi, con i poveri di spirito (non quelli che hanno un posto assicurato in paradiso) e quelli di cultura, con gli ignoranti e con le persone intelligenti, con gli stupidi e con chi tiene sempre presente che “Prima digestio fit in ore”.
 
Per finire, nella speranza di non dover più tornare su questa faccenda “cirogena” che riguarda i cirotani e non me che sono cirotano di adozione e, assicurandola che non ho alcun interesse personale da difendere, non avendo altro da dire (quello che dovevo dire l’ho detto), La avverto che se Lei dovesse continuare ancora a investirmi con le sue dottrinali lezioni, non Le risponderò più, salvo a valutare il caso di intraprendere altre vie.
Non me ne voglia, io non ho niente contro suo marito che ammiro per i suoi successi nel campo professionale e culturale e sappia che i suoi successi non mi creano né invidia e né imbarazzo, ma solo piacere ed ammirazione.
Dica a suo marito di non dar retta ai pettegolezzi di tipi e macchiette che quotidianamente danno triste spettacolo “della loro scienza” e di porre più attenzione alle amicizie “vere” e non a quelle “virtuali”.
 
Gaudino Giuseppe