La Redazione

Il ricordo di Franco Liguori

Il ricordo di Franco Liguori, suo amico ed autore del saggio monografico sul poeta e scrittore Luigi Siciliani


DON  LUIGI SICILIANI, NON SOLO POLITICO E IMPRENDITORE,
MA ANCHE UOMO DI CULTURA

La notizia della scomparsa del nobiluomo cirotano dr. Luigi Siciliani, mi ha sinceramente e profondamente addolorato. Io ho avuto il piacere di frequentarlo assiduamente negli ultimi 5-6 anni, in occasione dell’elaborazione del mio saggio sul poeta e scrittore cirotano Luigi Siciliani (1881-1925), al quale lui, nipote che ne portava il nome, era molto legato, e del quale conservava  dal 1979 il carteggio privato e i documenti di corrispondenza  con i maggiori esponenti della cultura letteraria italiana dei primi del Novecento.
Un materiale di studio ricco e prezioso che “don Luigi” aveva ereditato dal cugino Ferdinando, unico figlio del poeta  (morto nel ’79 senza figli)  e che seppe custodire , per tanti anni, col giusto orgoglio del discendente, ma anche con la sensibilità e l’oculatezza dell’uomo di cultura, mettendolo a disposizione degli studiosi seri ed affidabili, che volessero indagarlo al fine di far conoscere meglio il poeta di Cirò, che fu amico di Pascoli e D’Annunzio, ed ebbe relazioni culturali coi più bei nomi della letteratura italiana del primo Novecento, da Gozzano a Marino Moretti, da Borgese a Sem Benelli, da Ada Negri a Sibilla Aleramo, tanto per citare alcuni nomi.
Dopo averlo conosciuto come socio dell’Associazione “Italia Nostra” di Cirò, della quale anch’io facevo parte, nacque fra noi una bella intesa e una frequentazione amicale, che mi indusse a proporgli l’elaborazione, da parte mia,  studioso di letteratura calabrese, di una monografia che non raccontasse  solo la vita del poeta Luigi Siciliani, ma ne illustrasse, il più ampiamente possibile, le opere di poesia e di prosa, i versi ed il romanzo, i saggi critici e le traduzioni.
Ricordo che egli  si mostrò molto entusiasta all’idea di questo progetto  e  acconsentì convintamente alla mia proposta.
A quel punto, iniziò, molto gradualmente, ad aprirmi e rendermi accessibile il suo prezioso archivio (da me designato come “Archivio Siciliani”), che io ho potuto studiare attentamente, utilizzandone  ogni informazione utile al mio scopo.
Avviata, dopo aver letto tutte le opere, la composizione della monografia, ogni volta che concludevo un capitolo, mi recavo da lui, nel suo studio stracarico di libri e di memorie storiche familiari, e glielo leggevo.
E lui mi ascoltava con grande attenzione, aggiungendo un suo commento o il ricordo di un particolare biografico del poeta, rimanendo ogni volta stupito e compiaciuto della mia “ricostruzione documentale e critica” dell’opera letteraria del suo illustre zio, che gli faceva cogliere con soddisfazione l’importanza sul piano letterario e, più in generale, storico-culturale, che il poeta cirotano aveva avuto nella storia della letteratura italiana.
Mi chiedeva di accelerare i tempi, perché voleva veder realizzato, al più presto, un libro sul poeta suo congiunto, al quale erano stati dedicati, fino ad allora, semplicemente – diceva lui- “qualche articolo commemorativo”  e “qualche breve saggio”.
Arrivammo, nel  luglio 2011, alla pubblicazione del libro:  “Luigi Siciliani, un poeta e scrittore calabrese tra classicità e decadentismo”,  stampato presso una tipografia  artigiana di Corigliano Calabro, che fece un ottimo lavoro editoriale.
 
 
Grande fu la sua gioia quando prese in mano la prima copia del bel volume di 250 pagine, stampato con grande accuratezza e con le caratteristiche dei libri di una volta.
Ricordo il suo volto raggiante, mentre brindavamo con i tipografi, all’uscita del  libro, che lui tanto aveva voluto e che ora con grande soddisfazione vedeva realizzato.
E, poi, vennero le presentazioni : a Cirò, a Cariati, a Catanzaro, a Rossano, a Crotone.
Quando egli riuscì ad essere presente (a Cirò, a Cariati, a Rossano), ne fu felicissimo e non mancò di dare la sua testimonianza come erede diretto del poeta, ma anche come persona di cultura, che aveva capito l’importanza di togliere dall’oblio il suo illustre congiunto, con un documentato studio monografico.
Il suo impegno per la realizzazione dell’opera fu grande ed ammirevole,  a dimostrazione del suo amore per la cultura e del suo mecenatismo  appassionato, che lo portò ad accettare con entusiasmo anche la mia proposta di inviare il libro in omaggio a tutte le biblioteche della Calabria e alle Facoltà umanistiche delle principali Università italiane.
L’ intensa frequentazione avuta con lui per alcuni anni, mi ha fatto conoscere da vicino un uomo eccezionale, un vero “signore”, un “galantuomo di stampo antico”, leale e generoso, umile e sempre disponibile ad accogliere consigli e suggerimenti, per me “un vero amico”, sempre affettuoso, fino alla fine dei suoi giorni.
Non credo di esagerare se concludo questo mio “ricordo”, affermando che con lui, Cirò perde “un pezzo della sua storia”, un uomo semplice ed amico di tutti, un  serio imprenditore e un politico onesto e vicino alla gente, ma anche - come  ho detto sopra -  una persona di cultura, molto legato al suo paese e  alla sua antica famiglia, della quale ricercò e conservò gelosamente le antiche memorie storiche.