Uomini Illustri

Biografia Stefano Pugliese

Biografia

Nacque a Catanzaro il 12 aprile 1901. Allievo dell'Accademia Navale di Livorno dal settembre 1915, nel luglio 1920 conseguì la nomina a Guardiamarina, imbarcando su unità della Squadra Navale dove assolse vari incarichi e partecipò a lunghe crociere addestrative all'estero.
Dopo aver conseguito poi il brevetto D.T. (Direttore del Tiro), ebbe imbarchi su navi da battaglia e nel febbraio 1934 ebbe, per 15 mesi, il comando del sommergibile Nereide. Promosso Capitano di Corvetta nel dicembre dello stesso anno, imbarcò sull'incrociatore Pola con l'incarico di 1° Direttore del Tiro. In seguito ebbe il comando del sommergibile Balilla con il quale partecipò ad alcune missioni speciali durante la guerra civile spagnola.

Promosso Capitano di Fregata nel gennaio 1939, nel maggio successivo ebbe l'incarico di Comandante in 2a sull'incrociatore Giuseppe Garibaldi, rimanendovi fino al novembre 1940, allorché assunse il comando dell'incrociatore San Giorgio, impegnato nella difesa antinave e contraerea della rada di Tobruk.

Il 22 gennaio 1941, delineandosi l'imminente caduta in mani nemiche della Base Navale di Tobruk sosteneva ferma e valorosa azione di comando, intervenendo efficacemente in funzione antiaerea e battendo obiettivi terrestri e, ricevutone l'ordine, ordinò l'autoaffondamento dell'unità al suo comando la cui bandiera fu, in seguito, insignita di Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Tratto prigioniero a rimpatriato al termine del conflitto nel grado di Capitano di Vascello - che aveva ottenuto nel dicembre 1942 - ebbe vari incarichi tra i quali quello di Capo di Stato Maggiore della 5a Divisione Navale, il comando dell'incrociatore Montecuccoli e quello del Deposito C.E.M.M. di  Taranto.

Promosso Contrammiraglio nel gennaio 1950, Ammiraglio di Divisione nel marzo 1954 e Ammiraglio di Squadra nel dicembre 1957, resse, in questi gradi, il comando D.A.T. Marina, il Comando Autonomo M.M. della Sicilia e quello della 2a Divisione Navale. Destinato al Ministero Marina con l'incarico di Direttore Generale per il personale del C.E.M.M., nell'ottobre 1959 ebbe il comando del Dipartimento M.M. dello Ionio e del Canale d'Otranto ed il 30 novembre 1962 assunse il comando NATO dell'Area del Mediterraneo centrale con sede a Napoli.
Il 13 aprile 1964 venne posto in ausiliaria per limiti d'età. Mori a Ciro’ (Catanzaro) il 22 agosto 1978.

 Motivazione assegnazione Medaglia d’oro al V.M

“Comandante di incrociatore corazzato di tipo antiquato, assegnato alla difesa fissa antinave e e contraerea di Piazzaforte Marittima oltremare, continuamente sottoposta all'offesa aerea delle vicine basi dell'avversario, sosteneva con incrollabile fermezza e valorosa azione di comando l'ardua missione. Investita la Piazzaforte da forze soverchianti, interveniva efficacemente anche contro obiettivi terrestri e, ricevuto l'ordine, faceva abbandonare ordinatamente la nave dopo averne predisposto la distruzione.

Tornato a bordo con pochi animosi, nell'imminenza dell'invasione della località, per accertare ed accelerare la combustione delle micce di accensione, pur avendo constatato che l'incendio sviluppatosi presso il deposito munizioni centrale ne rendeva imminente la deflagrazione, con eroica perseveranza assicurava l'innescamento degli altri depositi per rendere totale la distruzione della nave finché, sorpreso dalla sopravvenuta deflagrazione dava, nella tormentosa situazione creata da successive esplosioni e dalla nafta incendiata, prove mirabili di serenità e di forza d'animo. Tobruk, 26 novembre 1940 - 22 gennaio 1941”

Medaglia d'oro al Valor Militare al
Regio Incrociatore corazzato San Giorgio

“ Veterano di tre Guerre, fu nell'attuale, per sei mesi baluardo della difesa di Tobruk, sempre pronto ad intervenire per ricacciare con l'infallibile tiro dei suoi cannoni le incursioni degli aerei nemici, sempre incrollabile nel sostenere l'offesa che si abbatteva su di lui. Investita la piazzaforte da soverchianti forze nemiche, profuse tutte le sue energie nella difesa e, piuttosto che cercare scampo sulle vie del mare, si offerse come ultima trincea di resistenza.
Quando le colonne avversarie soverchiarono gli ultimi ripari, la indomita nave venne fatta saltare e sprofondare nelle acque, mentre la bandiera che aveva animato ed alimentata la fiera resistenza, raccolta e riportata in Patria, restava fulgida testimonianza dello spirito di combattività, di resistenza, di dedizione dei marinai d'Italia.

Rada di Tobruk, 10 giugno 1940 - 22 gennaio 1941”

L'incrociatore San Giorgio - che aveva preso parte alla guerra italo-turca, alla prima guerra mondiale e come Nave Ammiraglia alla guerra civile spagnola - all'inizio del secondo conflitto mondiale si trovava a Tobruk, per integrare la difesa navale ed antiaerea di quella Base.
L'entusiasmo, lo spirito di sacrificio, il consumato addestramento dell'equipaggio, fecero si che il San Giorgio divenisse il vero baluardo della Piazza Marittima. Sottoposto durante sei mesi ad innumerevoli attacchi aerei si difese con accanimento a perizia senza che la sua efficienza venisse menomata.
Quando Tobruk fu investita da terra, il San Giorgio, ancora in condizioni di riprendere il mare, legò il suo destino a quello della piazzaforte, contribuendo fino all'ultimo alla difesa della Base a quindi si autoaffondò.
La bandiera di combattimento fu riportata in Patria dai prodi superstiti.
 
( La Biografia, le motivazioni dell’assegnazione della medaglia d’oro al V.M all’Amm. Pugliese e quelle sull’assegnazione della medaglia d’oro all’ incrociatore San Giorgio sono tratti dal sito : www.marina-militare.it)