Scrittori

TIRESIA- Una poesia di Luigi Siciliani per Camilleri

TIRESIA- Una poesia di Luigi Siciliani per Camilleri
(a cura di Saverio De Bartolo)
 
Il compleanno di Camilleri nel 2018
 
Camilleri lo scorso 11 giugno 2018 nel Teatro Greco di Siracusa ha recitato un monologo su Tiresia, il mitico indovino cieco.
La rivista Micromega gli ha dedicato il volume CAMILLERI SONO nel mese di luglio 2018.
Camilleri ha compiuto novantatré anni il 6 settembre 2018.
 
Così introduce Micromega il suo volume su Camilleri:
“Lo scorso giugno, a quasi novantatré anni e dopo quasi quarant'anni di assenza dalla scena, quasi cieco, Andrea Camilleri è tornato in teatro, recitando un monologo su Tiresia scritto da lui stesso. Un modo per chiudere e riaprire il cerchio della sua vita artistica e letteraria che proprio in teatro era iniziata nel 1947. In questa lunga testimonianza lo scrittore racconta la sua vita. I suoi esordi, i lunghi anni dedicati al teatro, il passaggio alla letteratura, (...) il suo impegno civile e politico”.
(Micromega. Camilleri sono, vol. 5, 2018 stampa luglio 2018)
 
L'Espresso: l'intervista (stralcio)
Colloquio di Andrea Camilleri col regista Roberto Andò.
“Tiresia è una figura che mi ha sempre affascinato e che ho coltivato nel tempo. Ricordo il piacere che ho provato quando ho letto per la prima volta “La terra desolata” di Eliot. Fino ad allora di Tiresia avevo un ricordo non proprio glorioso, in teatro lo avevo visto interpretato da Annibale Ninchi.
 
Andrea Camilleri, partiamo dunque da Tiresia.
Quando hai incontrato per la prima volta questo personaggio?
“Quando diventa a tutti gli effetti personaggio, cioè leggendo Sofocle, l'Edipo Re
Perché lo hai scelto come tuo eroe?
“L'idea di raccontare e impersonare Tiresia, a parte la recente parentela di cecità, nasce proprio dalla voglia di pronunziare certe parole nel buio, la voglia di far risuonare il suono delle parole di Tiresia, e anche quelle di Eliot, nel buio della cecità. Nel mio testo c'è un momento in cui cito Borges e dico che le parole di Sofocle ascoltate nel buio della cecità acquistano il suono della verità assoluta. Insomma ho scelto Tiresia d'impeto. Quando mi è stato chiesto che personaggio avrei voluto fare a Siracusa, me lo sono subito sentito dentro, fosse perché al punto in cui sono arrivato mi piacerebbe avere una idea più precisa dell'eternità. A 93 anni, hai certezza del fatto che l'eternità ti stia venendo incontro, qualunque cosa sia, e qualunque forma essa abbia.
(L'Espresso, 3 giugno 2018, pag. 92.)
 
Un regalo a Camilleri per il suo compleanno: TIRESIA
La poesia di Luigi Siciliani, noto poeta calabrese degli anni venti del secolo scorso.
 
TIRESIA
 
Alta fu l'ora del meriggio in cielo:
lente l'onde scorrevano del fiume
limpido come specchio. E senza velo
                                               apparve il nume.
 Nel fresco, rilucente, ampio lavacro
immerse il bianco corpo affaticato
la dea Minerva con lo stuolo sacro,
                                               immacolato.
 Risonò l'acqua nel remeggio lento
delle braccia divine al molle nuoto '
e poi che il desiderio ne fu spento,
                                               lo stuol devoto,
 la bianca dea levata, sopra l'acque
incessero alla riva d'Ippocrene.
Ma dal bosco dov'ella si compiacque,
                                               per l'ombra lene,
 in lunga fuga esagitare i cervi,
davanti all'ansimare dei suoi cani,
venne un mortale sulla sponda a bervi
                                               nelle sue mani.
 Vide, e stupì nel giovinetto cuore,
l'alta bellezza che í celesti bea
e folgorato di tremendo amore
                                               fu per la dea.
 E più non vide: ogni mortale aspetto
per sempre fu dagli occhi suoi celato
ed il ricordo da ogni umano affetto
                                               via dileguato.
 Conobbe allora appieno ogni mistero
che nel passato e nel futuro è chiuso
nè più da voce o volto menzognero
                                               mai fu deluso
 Vive così d'oblio sempre recinto
colui che seppe la saggezza vera,
che dentro il cuore l'ha anzi tempo vinto
                                                la Parca nera.
 
(Luigi Siciliani, L'altare del Fauno, Nicola Zanichelli, Bologna, 1923.

La grotta del Fauno, pag. 11-12.)

 TIRESIA

Tiresia (TRECCANI) Mitico indovino cieco, appartenente alla stirpe degli Sparti (i nati dalla terra, che si ritenevano i fondatori di Tebe). Compare già nell’Odissea, quando Ulisse, sceso nell’Ade, lo interroga e ne riceve profezie; ha inoltre ampia parte nella leggenda tebana. Secondo una tradizione, fu privato della vista da Era, perché, interrogato dalla dea, affermò che nel rapporto sessuale la donna gode di più; secondo altri, Atena lo avrebbe reso cieco perché vista da lui nuda al bagno. In entrambi i casi, compenso per la perduta vista corporea, sarebbe stata la facoltà divinatoria. Secondo un’altra versione, la cecità fu la punizione per il fatto che, come indovino, Tiresia rivelava i segreti degli dei. La sua morte è connessa con la presa di Tebe da parte degli Epigoni.

(Da: Enciclopedia TRECCANI)