Faccende Liliane

VERITA’ – TRADIZIONI – MITI - LEGGENDE

VERITA’ – TRADIZIONI – MITI - LEGGENDE


In questo anno 2510 ricorre il primo millennio della nascita di Luigi Lilio, il riformatore
del Calendario, attuale Calendario Gregoriano e come ogni anno, l’Amministrazione
Comunale di Cirò si appresta a calendarizzare (perdonate il gioco di parole) una serie di
manifestazioni per ricordare ed onorare uno dei cittadini più illustri cui ha dato i natali,
Per il 21 marzo, equinozio di primavera, sono previsti due importantissimi convegni, con
la partecipazione di personalità del mondo accademico, della scuola, della politica e del
mondo religioso che porteranno il loro contributo per una sempre migliore ed
approfondita conoscenza di Luigi Lilio.
Gli argomenti che verranno trattati e dibattuti saranno come sempre le questioni sulle
quali si dibatte da oltre cinque secoli e che ancora ad oggi non hanno trovato risposte:
“Luigi Lilio il mistero meglio conservato nella storia del pensiero umano” e “San
Nicodemo da Sikros monaco eremita del Kellerana”.
Argomenti estremamente interessanti e puntualmente riproposti ad ogni occasione sin
da quando, nel lontano 2010, dopo anni di colpevole silenzio e in occasione del
cinquecentenario della nascita di Luigi Lilio, l’amministrazione Comunale di Cirò si volle
riappropriare del vissuto dello scienziato, programmando tutta una serie di importanti
avvenimenti, fra i quali va senza dubbio annoverata la “Lectio Magistralis” del
Professore Antonino Zichichi, illustre fisico e scienziato dell’epoca.
A queste prime manifestazioni, ne sono seguite negli anni tante altre, tutte finalizzate alla
riscoperta ed alla valorizzazione di altri illustri personaggi cirotani. Tuttavia, l’interesse
per Lilio e per il suo misterioso vissuto, sono stati per secoli i principali argomenti al
centro dei dibattiti più o meno culturali.
Già allora di Lui si sapeva ben poco, tanto da essere ritenuto (come si evince dal titolo del
principale argomento anche delle odierne celebrazioni) “il mistero meglio
conservato nella storia del pensiero umano”
In effetti come scriveva in quegli anni il Professore Egidio Mezzi (uno dei pochi autorevoli
studiosi di storia locale dell’epoca, già socio della Deputazione di Storia Patria per la
Calabria, e che senza alcun sostegno economico Pubblico, riuscì a produrre tutta una
serie di pubblicazioni su Cirò che hanno costituito il primo serio nucleo storiografico del
paese) in un suo articolo: “….il mondo accademico, gli scienziati della terra fecero
scendere su di Lui e sulla sua terra natale una coltre di silenzio per cancellarli dalla
memoria storica e ci riuscirono. A distanza di quattro secoli è penoso constatare che non
solo gli stranieri, ma anche gli italiani non sanno chi Esso sia né si preoccupano di
apprenderlo e di Lui si sa così poco al punto che non ci sono noti neppure gli anni di
nascita e della sua morte.”
E così anche altri:
“Ei sarebbe uomo del tutto sconosciuto, se il suo progetto medesimo non l’avesse reso
immortale, perché nulla sappiamo della vita da Lui condotta e nulla se ne ha alle stampe.
Ma tutti gli scrittori di quel tempo e la Bolla stessa di Gregorio XIII gli assicurano la lode
di questa invenzione.” (Storia della letteratura italiana, Tiraboschi, vol. XI pag. 721)
Ma qual era (e qual è a tutt’oggi) questo mistero di cui si continua a discutere?

Non il suo ruolo determinante avuto nell’ideare la riforma, merito riconosciutogli da
storici e scrittori, ma il semplice fatto che, riguardo al suo luogo di nascita, persistevano
e persistono ancora numerosi dubbi, tanto che molti arrivarono persino a negare che
fosse Calabrese e Cirotano. A nulla valsero gli allora coraggiosi e generosi tentativi posti
all’attenzione della comunità, da parte di qualche studioso al fine di fare chiarezza su tali
misteriose questioni. Ad opporsi strenuamente a tale ricerca di verità storica le cronache
registrano tutta una serie di azioni e tentativi (a volte anche maldestri), finalizzati alla
costruzione di falsità storiche che nei secoli, ribadite e tramandate di generazione in
generazione, sono state assurte dai più a verità storiche consolidate, per le quali
diventava allora difficile, se non impossibile, qualsivoglia obiezione, anche la più attenta
e seria (è d’altra parte ampiamente risaputo e studiato il fenomeno involutivo di
quell’epoca in cui le verità non venivano appurate dai fatti ma sancite dai like, dai
consensi, da principi di autorevolezza e da capacità di networking accademico e sociale
che hanno portato a quello che gli storici attuali definiscono il “secondo medio evo”).
Tuttavia, oggi, alla luce di alcuni ritrovamenti documentali, siamo in grado di fornire
qualche ulteriore elemento di riflessione sui fenomeni e sui comportamenti del passato
che, fatti allo scopo di rendere più importanti determinati avvenimenti, hanno invece
creato imbarazzo e minato la credibilità di un intero territorio e di un’intera comunità.
Quanto presenteremo è molto indicativo e induce ad una seria riflessione sul come spesso
nel passato, l’intreccio tra storia, tradizioni, leggende e miti, pur in presenza di dati
oggettivi, ha finito per confondere le menti rendendo a quei tempi difficile discernere il
vero dal falso.
D’altra parte, la costruzione della storia su false interpretazioni ha origine con l’uomo
stesso: Dio disse “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della
conoscenza del bene e del male (malus) non devi mangiare, perché quando ne mangiassi
certamente moriresti.” (Genesi) - Dio non ha parlato di albero di mele (malum), ma
l’identificazione della mela è rimasta nei millenni talmente radicata che la sua immagine
si diffuse e divenne la norma di tutte le rappresentazioni pittoriche, scultoree e letterarie.
Allo stesso modo, nel 1677 Apollinare Agresta per errata interpretazione del logos di San
Nicodemo, tradotto dal calligrafo Daniele o preferendo attingere a tradizioni orali
piuttosto che a detto logos, confuse Sikros con Ypsicrò e attribuì i natali del Santo a Cirò.
Da quel momento e non prima, complice anche la donazione dell’osso mascellare del
Santo avvenuta successivamente da parte del Principe D. Carlo Francesco Spinelli e la
proclamazione di San Nicodemo a Patrono e Protettore di Cirò, comincia ad essere
conosciuto come nativo del posto.
Anche per Luigi Lilio, cinque secoli fa (e ancora oggi a mille anni dalla nascita),
esistevano lati oscuri sul suo vissuto che sarebbero stati e sarebbero tutti da accertare.
Come sarebbe stato da accertare se effettivamente Lilio fosse nato nella casa ubicata nel
centro storico di Cirò alla via Casoppero 23, così come invece, in modo maldestro,
sbagliato e dannoso, l’Amministrazione Comunale di Cirò dell’epoca, volle ufficializzare
con tanto di cerimonia solenne; destinando dopo il recupero l’immobile a museo, e
creando così quello che pare essere a tutti gli effetti un falso storico, quanto meno per
totale mancanza di qualsivoglia indicazione, storica e non, sul merito. Nondimeno
oramai, dopo circa mezzo millennio durante il quale si è sempre ritenuto che Lilio fosse
nato nel 1510 in quella casa di Via Casoppero (convinzione tra l’altro avallata da
documentazione fotografica del tempo che in occasione dell’inaugurazione del recupero

dell’immobile immortala Personaggi Istituzionali e famosi studiosi del tempo, che con
tanto di targa commemorativa avallano una narrazione fino ad allora non solo mai
registrata in alcun documento, ma nemmeno tramandata nella memoria popolare.
Quella che dunque a quel tempo poteva a tutti gli effetti considerarsi una fake news (fake
perché senza nessuna prova della veridicità, news perché proprio nuova sia storicamente
che tradizionalmente) è stata irresponsabilmente ufficializzata, diventando verità, e
come tale nei secoli ritenuta.
Oggi, tuttavia, lontani temporalmente da quegli eventi, occorre considerare alcune
circostanze utili a poter esprimere un giudizio critico, scevro da qualunque
condizionamento. Ci viene in aiuto in ciò un documento ritrovato di recente, insieme ad
altri scritti su Cirò, in occasione della ristrutturazione di una antica villa ubicata in
quella che un tempo era Via Carlo Alberto dalla Chiesa, e già prima via sant’Elia. La
datazione dell’immobile è da fare risalire alla metà degli anni Ottanta del XX secolo, ed è
appartenuta all’epoca alla famiglia Gaudino.
Lo scritto in questione era conservato in una cartella (oggetto che serviva all’epoca a
conservare materiale cartaceo) contenente anche altri scritti riguardanti alcune diatribe
che nella prima metà del ventunesimo secolo hanno visto schierati su contrapposti campi
e con diversi convincimenti diversi studiosi. Tali studiosi, a quanto si legge, non
trovavano accordo su alcune questioni poste all’epoca da una certa professoressa
Carnea, proprio sulla figura di Luigi Lilio e sul luogo di nascita di San Nicodemo (di cui
abbiamo accennato come esempio più sopra), voluto nato dalla stessa professoressa a
Sikròs e non a Cirò. Dai documenti emerge che in tale clima culturale, le opposte
confutazioni, sostenute da ricerche archivistiche importanti, anziché trovare un punto di
condivisione, sfociavano sovente in confutazioni violente propagandate a mezzo social da
persone appartenenti ad una delle due fazioni che, fedeli al credo unico, pretendevano
di affermare le proprie verità invece che attraverso il logos e il dia-logos, con l’insulto e
con toni al limite del tollerabile, anche per l’epoca.
A prescindere tuttavia da ciò, che non fa altro che ulteriormente confermare i prodromi
del “secondo medio evo”, importante appare, a mio modesto parere, proprio le
osservazioni riportate nel documento di cui sopra e che riguardano nello specifico
proprio la casa natia di Luigi Lilio. Il documento è infatti così intitolato: A proposito
della casa di Luigi Lilio, e ne riportiamo di seguito la trascrizione dei passaggi più
interessanti, proprio nella speranza che si possa, a distanza di mezzo millennio giungere
ad una accettazione condivisa su tutti i punti che hanno interessato il vissuto dello
scienziato.

A PROPOSITO DELLA CASA DI LUIGI LILIO
Oggi 21 marzo 2017, a conclusione dei festeggiamenti della 5^ giornata regionale del
calendario in memoria di Luigi Lilio, alle ore 18 è stato inaugurato il recupero della casa
nativa di Luigi Lilio e alla presenza delle Autorità Istituzionali e di numerosi cittadini è
stata scoperta la seguente targa, affissa sul frontespizio dell’immobile:
In questa casa nacque nel 1510
Aloysius Lilio (Luigi Lilio)
Medico – Matematico – Astronomo
Riformatore del Calendario Gregoriano.
A ricordo dei posteri la città di Cirò
Pose per onorare la memoria.

A.D. MMXVII

Servizio fotografico con in posa sotto la targa è stato pubblicato nell’articolo “ Cirò,
Lilio – Caruso: Resta una sfida culturale” sul giornale on – line Il Cirotano. I
personaggi immortalati sotto la targa sono nell’ordine a partire da destra: Consigliere
Comunale, Mario Caruso, (sindaco) – Francesco Vizza (Ricercatore CNR) – Prof.

Francesco Mussuto (Assassore cultura)
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La giornata, ricca di avvenimenti per celebrare il valore storico universale della figura di
Luigi Lilio, inventore del Calendario Gregoriano, si è conclusa alle ore 18 con
l’inaugurazione del recupero della sua casa natia, l’affissione della targa sopra indicata e le
fotografie, di rito, di personalità importanti del mondo istituzionale e scientifico, tra i quali
Il sindaco, un ricercatore del CNR, che ha tenuto un seminario su “Sogni alchemici di
Giano Lacino e Scienza moderna di Luigi Lilio” , ed alcuni consiglieri di giunta.
Tra gli altri avvenimenti della giornata, di particolare interesse, è stato l’intervento di Don
Paolo Scarafoni, professore ordinario di Teologia Sistematica – Studio Teologico Madonna
delle Grazie di Benevento sul tema ”La Fede e la Scienza nell’opera di Luigi Lilio: un
Modello ancora valido”.
Ed ancora personalità della politica, del mondo accademico e del mondo religioso tra cui il
Governatore della Calabria Mario Oliverio e Mons. Francesco Milito, vescovo di Oppido –
Palmi, sono intervenute portando il loro contributo di conoscenze.
Una giornata questa che ha voluto mantenere alto e vivo il ricordo di personaggi che hanno
dato lustro al paese con il loro ingegno al servizio del mondo intero.
Già negli anni Novanta, amministratori sensibili al recupero delle tradizioni, ma
soprattutto al recupero dei personaggi storici del passato al fine di riappropriarsi del loro
vissuto e delle loro opere, sconosciuti, fino ad allora anche nel loro paese natio, e portarli
alla conoscenza del mondo intero, hanno dato inizio ad una serie di attività culminate nel

2010, anno del cinquecentenario della nascita di Luigi Lilio, con la “Lectio magistralis”
tenuta dal professore Zichichi.
I pochi studiosi che fino ad allora si erano interessati di storia locale, fra cui bisogna
ricordare il professore Mezzi, Saverio Di Bartolo e Scilanga Giovanni, erano voci isolate e
non ascoltate. Molte le difficoltà incontrate nella ricerca archivistica e molte le difficoltà di
divulgazione dei loro scritti.
Ancora non si era percepito quanto importante potesse essere il fare cultura, quali benefici
in termini di visibilità per i territori ne potessero derivare e quali benefici in termini
economici e di reputazione si potessero perseguire.
L’anno 2010, anno del cinquecentenario della nascita di Lilio, segna l’inizio di una nuova
era per lo studio del territorio e per arricchire la storiografia di un luogo per lungo tempo
abbandonato, sottraendolo definitivamente all’idea che esso, per il fatto di essere stato
abbandonato, abbia cessato di vivere, che i soli studiosi sopra menzionati avevano
prodotto.
Altri studiosi sono comparsi nel panorama culturale cirotano e, questi, avendo capito
appieno il cambiamento epocale che stava per investire il nostro territorio, approfittando
dell’aiuto oramai convinto delle Istituzioni, hanno occupato un campo fertile che
richiedeva solamente di essere lavorato: i frutti non potevano mancare.
Diversi personaggi sono stati dissepolti e portati alla conoscenza del mondo intero,
meritorie manifestazioni ed eventi finalizzati alla conoscenza culturale del territorio si sono
susseguiti e la “Lectio magistralis” tenuta dal Professore Zichichi non è rimasta isolata.
Ma tornando alla casa di Lilio: come si rileva dalla targa apposta sul frontespizio
dell’immobile, acquisito dalla Provincia di Crotone, a completamento del “Parco Tematico
Astronomico Lilio del PISL STL “Madre Natura, Padre Cultura” che prevedeva, oltre alla
costruzione di un “Parco Astronomico Luigi Lilio” nel comune di Savelli, la realizzazione di
un museo in ricordo di Luigi Lilio, questo viene targato come casa natia di Luigi Lilio.
A prescindere dai motivi di opportunità che gli enti hanno voluto dare all’evento si nota
chiaramente che con consapevole e responsabile deliberazione si è voluto
identificare l’immobile come la casa natia di Luigi Lilio.
Già il fatto che Lilio era nato a Cirò è dibattuto, ma che Lilio fosse nato in quell’immobile
destinato a museo, nel progetto integrato di sviluppo locale “PISL. STL.” Madre Natura
Padre Cultura” è tutto da dimostrare e la targa a memoria costituisce una Fake news
irresponsabilmente creata e divulgata con tanto di ufficialità, che compromette la
credibilità dell’evento e mette in difficoltà gli storici che non possono essere ingannati con
notizie false fatte passare per vere.
Chi scrive sarebbe anche interessato ad affermare che quell’immobile è la casa di Lilio, non
fosse altro per il fatto di potersi vantare di avere dormito nella stessa stanza dove l’Ideatore
(Non riformatore) del Calendario ha emesso il primo vagito, ma in mancanza di dati storici
inconfutabili non si sente di avallare una notizia che crea un danno alla verità storica.
Con grande gioia e soddisfazione verrebbe accolta la notizia che qualche studioso fosse
riuscito a trovare tra i documenti ammassati in qualche archivio privato o pubblico, quello
che attestasse la nascita proprio in quella casa del centro storico di Cirò, ma al momento
non esiste certezza, l’unica certezza è questa: in quella casa per quasi l’intero ventesimo

secolo ha vissuto una famiglia modesta che studiava per sbarcare il lunario e non per
realizzarlo.
Tutto quanto sopra trattato, che mi auguro non vi abbia annoiato, sta a dimostrare che a
volte notizie e dati la cui certezza è affermata anche da atti solenni possono essere non
vere.
Creare e divulgare fake news per fini di marketing, folklore o peggio per soddisfare bisogni
personali di vetrina è un crimine contro la storia ed è atto di gravissima disinformazione
verso un territorio che nuoce alla credibilità di tutta una comunità.
La Storia non può nutrirsi di leggende, tradizioni popolari e fake news costruite ad arte per
ingannare la verità, ma questa va indagata, e, se del caso riscritta. Non bisogna mai
ritenersi sicuri di quanto appreso, ma mettere sempre in discussione le proprie
convinzioni: Socrate diceva “non so niente e proprio perché non so niente problemizzo
tutto”. Bisogna “non accettare quello che c’è, perché se accettiamo quello che c’è, ce lo
ricorda sempre Socrate, diventeremo gregge, pecore”.
Giuseppe Gaudino
Cirò Marz0 2017