Faccende Liliane

“STA BENE A TUTTI.” A CHI? A ME NO!!!

“STA BENE A TUTTI.” A CHI?  A ME NO!!!

Il mio articolo intitolato “Verità, Tradizioni, Leggende e miti”, pubblicato sul ciroaltra.it, che riprendeva un tema più competentemente ed ampiamente trattato dalla citata professoressa, voleva, insieme ad altro mio articolo “ A proposito della casa di Lilio” scritto nell’anno 2017, all’indomani della inaugurazione dell’immobile, ceduto da miei familiari alla Provincia di Crotone per la realizzazione di un “Museo in ricordo di Luigi Lilio (c.d. Casa di Lilio)”, testimoniare una azione che poco ha a che fare con la ricerca storica fatta di biblioteche ed archivi di cui tanti si riempiono la bocca quando ciò serve a sedare obiezioni. Mi erano stati chiari fin da subito i propositi dell’Amministrazione del tempo, che con disarmante superficialità, forse non rendendosene nemmeno conto, ufficializzava un falso storico molto grave. L’articolo è rimasto nel mio cassetto fino alla data della sua recente pubblicazione, spettatore silenzioso in tutti questi anni di violente diatribe che si sono scatenate su argomenti seri, sui quali nessuno dei contendenti ha voluto recedere dalle sue posizioni ritenendole le più veritiere.

Ora, sul profilo facebook della professoressa Carnea ho letto un commento riguardo questo articolo da Lei condiviso, che mi crea un certo disagio e sconcerto non tanto per la risposta che mi tocca dare all’autore, figlio di un mio carissimo e compianto amico, quanto per la constatazione della superficialità con la quale vengono recepite alcune riflessioni su questioni che riguardano la credibilità di una comunità e perché non ho completamente capito se il dissenso si riferisse al mio scritto o a qualche malessere fisico.

Quindi, caro Tonino, riguardo al tuo commento un po' insofferente: “Il troppo è troppo…. ad Assisi si sono inventati anche dove Francesco d’Assisi facesse la pipì e sta bene a tutti”, mi premeva sottolineare che il problema è proprio il ritenere che cose del genere “stanno bene a tutti”, perché la continuazione viene spontanea: “A tutti chi?”.

Ammesso che la cosa sia vera, San Francesco è veramente nato ad Assisi e la pipì può averla fatta anche all’ombra di un albero mentre dialogava con il lupo e parlava agli uccelli; affermarlo si è sempre nel vero.

Anche Gianteseo Casoppero avrà pisciato da qualche parte a Cirò; possiamo mettere una targa che lo ricarda ai posteri in qualsiasi angolo del paese, senza per questo dire niente di così inverosimile... (ma Casoppero è nato a Cirò).

Quindi, a parte l’esempio diciamo un po’ così…. di fronte al “sta bene a tutti” mi domando: tutti chi?

Non la comunità cirotana; oltre al sottoscritto, c’è sicuramente qualche altra persona che appartiene di diritto a tale comunità e che trova la cosa alquanto discutibile.

Non la ricerca e la verità storica; quella di cui, a seconda delle convenienze ci si riempie la bocca e si brandisce quasi a minaccia, se serve a minacciare chi non sa nemmeno di che forma è fatta e può tranquillamente scambiarla per un bastone, mentre diventa quasi uno scherzo (che sta bene a tutti) se dovesse servire a chiarire davvero (in quel caso si nell’interesse di tutti – non solo dei cirotani o di alcuni di loro).

Perché l’importante è capirsi: dobbiamo creare canovacci su cui costruire affascinanti storie e fantasiosi percorsi religiosi per marketing commerciale? Perché se è così e se si è bravi, quello lo si può fare anche senza doversi inventare niente. Quasi in ogni chiesa ci sono reliquie che nessun studioso serio si sognerebbe di attribuire realmente al Santo corrispondente, ma che non per questo attraggono e suscitano meno interesse e fascino. Non bisogna necessariamente e volutamente essere dei cialtroni, solo perché non si sa fare altrimenti nel voler valorizzare il patrimonio storico, culturale e religioso del proprio paese che tale è e tale resta. Ciò di cui non ci si rende conto e che quando si inizia a “inventare” si corre il rischio di far poi passare per invenzione anche tutto ciò che invece è vero e storico.

Rivendicare i natali di un Santo o di uno scienziato è ammirevole per una comunità. È segno che quella comunità sente proprie queste figure e ne è orgogliosa, vero o falso che sia. Ma questo, perdonami, non ha niente a che vedere con l’ “inventare” prove a conferma, anzi, tutto il contrario. Se si ha bisogno di credere al falso allora tutto questo sentimento e orgoglio per queste figure ho il sospetto che non ci sia; se si arriva ad aver bisogno di conferme del genere, a tutti i costi, forse i primi a cui si sta mancando di rispetto sono proprio il Santo e lo scienziato, a cui secondo me “non va proprio bene”.

Agli amanti dell’arte, che Shakespeare sia nato in Inghilterra o in Italia poco importa, come poco importa ai devoti del Santo la sua nascita a Sikros o a Ypsicron. Il Primo è ritenuto il più eminente drammaturgo della cultura occidentale indipendentemente dalle sue origini, al Secondo è devota non solo la comunità cirotana, ma la sua venerazione è estesa e praticata nel  mondo anche da chi Ypsicron/ Cirò non sa neanche dove si trova.

E tutto questo non ha niente a che fare con la Storia che deve invece alimentarsi da fonti e da dati sulla cui veridicità i dubbi devono essere minimi, se non nulli. Ed è proprio qui il punto sulla “casa di Lilio”; perché se anche la fonte ufficiale viene opportunamente costruita solo al fine di accrescere prestigio e visibilità - ad un Santo o ad uno scienziato nel migliore dei casi, a soggetti privati e per scopi personali nel peggiore - rischia nel tempo di diventare verità accertata da smentire.

La cosa buffa è che proprio questo caso dimostra come anche documenti ufficiali che nel tempo, nei secoli, diventano prove d’archivio in cui si ravvede una verità inoppugnabile, possano invece essere stati costruiti ad hoc, solo per accrescere il prestigio di un allora principe così come di un attuale amministrazione.

Io sarei felicissimo di poter vantare di aver dormito nella stessa stanza dove Luigi Lilio ha visto la luce, ma fintanto che questo non è dimostrato non posso essere complice di una simile affermazione. Ma vi assicuro, sarei e sono altrettanto felice di vedere condivisa la memoria dei familiari di mia moglie con quelli di Luigi Lilio, e ciò anche quando quella casa di Via Casoppero,23  venisse solo targata come “Museo in ricordo di Luigi Lilio” piuttosto che “In questa casa è nato nel 151o Luigi Lilio”.

Non vado oltre e mi fermo perché noto una diffusa e accettata disinformazione che si sta appropriando anche di menti libere da qualsiasi condizionamento contro la quale, ai tempi dei social, diventa molto arduo proporre ragionamenti sensati e può produrre polemiche antipatiche difficili da gestire specie con le persone che ci sono care.

Cirò 5 Febbraio 2024