La Redazione

Nemo profeta in patria

Maria Francesca Carnea candidata al premio “Segni di pace”

 

Siamo venuti a conoscenza che la professoressa Maria Francesca Carnea di Cirò è candidata al Premio Nazionale “Segni di Pace” che verrà conferito il 21 aprile 2024 ad Assisi.

La notizia è stata pubblicata su Uffici Stampa Nazionali con un articolo che trascriviamo integralmente di seguito.

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By Uffici Stampa Nazionali On Feb 18, 2024

 

Roma – La scrittrice e filosofa calabrese di Cirò (KR) dott.ssa Maria Francesca Carnea, è candidata al Premio Nazionale “Segni di pace”, che le verrà conferito il 21 aprile 2024 ad Assisi.I suoi meriti di studiosa, ricercatrice di verità e giustizia, l’hanno vista approfondire, nei suoi testi, la questione dell’importanza della centralità della persona, sulla scia di temi quali libertà e politica in Caterina da Siena e il concetto di giustizia in Tommaso d’Aquino, argomentando altresì di poesia, spiritualità, monachesimo, intrecciando storia, filosofia, comunicazione, e facendo emergere nei copiosi scritti l’innesto del suo senso etico, persuasa che non solo la verità ma anche la conoscenza rende liberi. Tale impegno concettuale, volto a aprire orizzonti al bene-dire e bene-fare, per innovare umanesimo, è valso a riconoscere candidatura dell’importante conferimento.Il premio si determina a segnalare personalità nei diversi ambiti professionali che hanno segnato, con il loro percorso di vita, un cammino di pace, di senso del giusto e di umanità. L’iniziativa è promossa da organizzazioni riunite ne “La Cattedra della Pace” presieduta dal dott. Renato Ongania, che ha il privilegio di indicare e suggerire persone meritevoli per il Premio Nobel per la Pace, su approvazione del Norwegian Nobel Institute. Segni di Pace accoglie, riconosce e celebra l’impegno, l’attivismo e la dedizione di tutti coloro che in campo culturale e sociale, o anche individuale si sono distinti nella promozione della pace, della verità, della giustizia. Si dà modo così di valorizzare l’impegno valoriale e morale di quanti dedicano la propria vita a edificare, ognuno nel proprio ambito, un mondo migliore, al servizio della costruzione di una cultura della pace, di giustizia, di valori democratici, attraverso la promozione del dialogo.

L’operato della dott.ssa Maria Francesca Carnea è stato considerato lodevole e meritevole alla luce delle sue doti umane, morali, e del suo prolifico impegno culturale.

     Uffici Stampa Nazionali

Brevi considerazioni

L’articolo ci consente alcune riflessioni in merito alle potenzialità di un territorio come Cirò e alla mancanza di capacità delle amministrazioni di valorizzarne le forze migliori per favorire lo sviluppo socioculturale dei suoi cittadini.

Da molto tempo, purtroppo, la nostra cittadina è interessata da oziose diatribe in merito ad alcuni temi su illustri personaggi del passato. Le diatribe sono sorte per le ormai note posizioni della Professoressa Carnea che, a seguito dei suoi studi di ricerca sul bios di San Nicodemo[1], lo vogliono nativo di Sikros e non di Ypsicron; e per una serie di questioni a tutt’oggi ancora aperte che la studiosa ha posto sul vissuto di Luigi Lilio.

Senza dover qui ripercorrere i punti polemici degli avvenimenti, si ricorda e sottolinea (e questa ripetizione non sarà mai di troppo) che le questioni poste dalla studiosa - che per professione e mestiere ha il dovere dell’indagine e come pregio caratteriale ha l’amore per la verità - anziché trovare accoglienza nel mondo della cultura per uno scambio serio di idee ed opinioni, hanno scatenato comportamenti al limite dello sgradevole e che sono apparsi in alcuni passaggi, non atti a confutare ma solo a denigrare la persona e la professione. Comportamenti che risultano inspiegabili e che, al di là della difesa ad oltranza di ciò che si crede appartenere ormai alla storia ed alla tradizione di una comunità (e dunque “sentimentalmente” non confutabile), non trovano alcuna giustificazione da un punto di vista della ricerca storica. Solo la psicologia può, per certi versi, spiegare l’avversione contro una persona che con sacrificio e con le sole forze personali si è creata una reputazione ed un riconoscimento nel mondo della cultura che travalicano i confini locali e sono altrove apprezzati, mentre, in generale, nel suo paese natio, si manifesta invidia per i risultati da Lei raggiunti, e si cerca, a volte deliberatamente, di svalorizzarli e di non riconoscerne ed apprezzare il valore. Non Le viene perdonata la conquista di una identità autonoma (“Chi crede di essere”, “Cosa ha meglio di noi”), l’essere svincolata dall’insieme del modo di pensare degli altri e la sua libertà di pensiero rispetto ai valori di giustizia, verità e conoscenza.

A nostro modesto avviso la professoressa Carnea, ben rappresentata nell’articolo, è portatrice di nuove posizioni riguardo la storia locale, che, seppur come tali non si vogliono accettare, comunque pongono dei dubbi riguardo a credenze consolidate nel tempo e divenute verità solo per false interpretazioni dalle quali difficilmente si riesce a prendere le distanze.

La segnalazione al premio “Segni di Pace” è il riconoscimento migliore al suo modo di essere donna libera; il suo operato è stato considerato lodevole e meritevole alla luce delle sue doti umane, morali e del suo prolifico impegno culturale.

Ed è la risposta più adeguata ed opportuna a tutti quei commenti provenienti da “altezze” più o meno rilevanti anche in termini di tempo da dedicarvi (tipo 5 minuti) (Vedi ciroaltra.it Faccende Liliane) e attraverso cui si sono volute esternare, a dimostrazione dell’”affetto” verso l’autore, solo “perle di saggezza” (Stupidaggini).

Congratulazioni Professoressa, non arrenderti.

Cirò 19 Febbraio 2024

Ciroaltra.it

Giuseppe Gaudino

 

[1] Maria Francesca Carnea, S. Nicodemo da Sikros – monaco eremita del Kellerana, ilTestoEditor, 2021