Scrittori

Premio Nazionale Segni di Pace

Premio Nazionale Segni di Pace

Mai come in questo momento di silenzio tombale da parte di quelle persone che a Cirò e Cirò Marina, si riempiono la bocca di cultura dispensandola a volte come perle di saggezza, ma che ignorano scientemente che una loro concittadina è stata insignita del Premio Nazionale Segni di Pace, mi accorgo di quanto fosse stata geniale l’idea, nata nel 2010 anno del cinquecentenario della nascita del nostro più illustre concittadino Luigi Lilio, di creare un sito “ciroaltra.it” per dare voce a tutte quelle voci che non trovano spazio nei canali ufficiali dell’informazione locale.

Ad oggi una notizia importante per la Comunità, che dovrebbe rendere orgogliosi i suoi componenti viene letta sul sito ciroaltra.it da ben 599 (dico cinquecento novantanove) visitatori che hanno così potuto apprendere che la Professoressa Carnea, cirotana, in data 21 Aprile è stata insignita di un premio prestigioso.

Per quanto mi riguarda personalmente, giorni addietro avevo pubblicato un commento ad un post apparso sul profilo face book di un mio amico cirotano, risultante mio amico senza che da parte mia ci fosse mai stata una richiesta ad intrattenere tale rapporto, post che  esprimeva congratulazioni per il premio indicato a margine conferito a Giovanna Mulas, scrittrice sarda che come altri personaggi avevano ricevuto lo stesso premio quale riconoscimento ad ognuno di loro dei valori previsti dalle prerogative richieste per l’ammissione all’assegnazione del premio stesso.

Giovanna Mulas, sicuramente amica intima e collega di studi (mah!) riceveva il plauso del mio “Amico”, che con voluta e studiata distrazione non si accorgeva che tra i premiati sotto la lettera M c’era una certa professoressa di filosofia, cirotana, di nome Maria Francesca Carnea che otteneva lo stesso riconoscimento della Mulas.

Sorpreso, non per la disattenzione e non più tanto per tanta sbadataggine (ricercata sbadataggine e voluta disattenzione), mi ero permesso di commentare il post sul profilo dell’autore facendo notare la presenza tra i premiati della Carnea e che sarebbe stato opportuno divulgarne la notizia ai suoi, immagino, numerosissimi folluwers.

Non mi attendevo una risposta, ma considerata la notorietà del profilo, ingenuamente pensavo di sanare la sbadataggine del mio “Amico”, ricordando ed informando i cirotani che una loro concittadina aveva ottenuto un premio tanto prestigioso.

Non avendo riscontrato la pubblicazione del mio commento, nel dubbio che lo stesso non fosse stato inviato regolarmente, mi sono premurato a riproporlo, ma anche questa volta sono rimasto deluso.

E stavolta, il mio “Amico”, non solo ha eliminato il commento, ma mi ha cancellato dalla lista dei suoi amici e mi ha fatto cadere in una depressione tremenda per la perdita di così tanto importante contatto.

Non mi so dare pace, ho perso, un amico, nel senso social del termine s’intende, e una fonte inesauribile di ispirazione che negli anni mi ha sempre fornito materiale per l’arricchimento culturale personale e, adesso, mi fornisce elementi di riflessione sul significato dei termini “bene e male” che mi fanno tornare in mente  l’ammonimento del Manzoni, I Promessi Sposi 1847/42 “Quelli che fanno il bene, lo fanno all'ingrosso: quand'hanno provata quella soddisfazione, n'hanno abbastanza, e non si voglion seccare a star dietro a tutte le conseguenze; ma coloro che hanno quel gusto di fare il male, ci mettono più diligenza, ci stanno dietro fino alla fine, non prendon mai requie, perché hanno quel canchero che li rode” che caratterizza il comportamento di tante persone.

Mettere in risalto il premio assegnato alla scrittrice Giovanna Mulas, ignorando volutamente quello assegnato ad una compaesana è stata una mossa, a mio avviso, poco opportuna che ha voluto significare, ancora una volta, come è dura per certe persone accettare il successo degli altri.

Il premio organizzato dal Centro Francescano internazionale di studi per il dialogo tra i popoli che come detta il regolamento “vuole valorizzare e difendere il lavoro di coloro che si sono impegnati per la costruzione della di una cultura della pace e di giustizia, attraverso una vasta gamma di iniziative e attività, tra cui la promozione del dialogo, della cooperazione e della solidarietà tra le persone e la comunità, la lotta contro la povertà, la discriminazione e la violenza, la tutela dell’ambiente e die diritti umani.” viene assegnato a tutte quelle personalità eccellenti provenienti da tutta Italia, persone meritevoli: religiosi, insegnanti, letterati, poeti e scrittori, giornalisti e avvocati, imprenditori, ma anche persone rappresentative del terzo settore.

L’aver voluto omaggiare una scrittrice sarda, senza dubbio meritevole del premio è stata cosa lodevole, ignorare volutamente una professoressa del suo stesso paese di nascita è stato fare torto a quelle persone che avrebbero goduto nel sapere che a Cirò, ai nostri giorni, esistono persone che meritano tutte le considerazioni riconosciute nel premio.

Ma si sa, a Cirò la cultura è solo quella gestita per fini personali e quella che viene dettata da persone che da decenni approfitta dell’ingenuità di una comunità per un proprio tornaconto.

Mi scuso con i lettori del sito per la frequenza con la quale li sottopongo a letture che richiedono più dei proverbiali “cinque minuti”, ma non ho la dote della sintesi.

Palma Campania 22 Aprile 2024

La Redazione

Giuseppe Gaudino