Scrittori

Le Elezioni del 13 Maggio 2001

Le elezioni politiche del 13 maggio 2001. Segnano la storica sconfitta del centrosinistra in Italia,determinando con il secondo governo Berlusconi un clamoroso cambio di guardia alla guida del Paese.
Anche in Calabria accadde l’inevitabile: il crollo verticale di fiducia verso il ceto politico della sinistra, cha ha spinto i cittadini a dare un largo consenso alla Casa delle libertà.
Luigi Mezzi da corrispondente del Secolo d’Italia, racconta nel presente libro i successi conseguiti dalla destra calabrese dal 2001 al 2005. Le roccaforti della sinistra, fino a quel momento inespugnabili, una dopo l’altra cadono a opera degli “ uomini di mischia” di Alleanza Nazionale, impegnata a combattere “ per la buona battaglia”.
Mezzi, riscuotendo nel corso della sua attività giornalistica il plauso di Gianfranco Fini, editore del Secolo, si è guadagnato sul “campo” l’incarico fiduciario affidatogli dai Direttori Gennaro Malgieri e Flavia Perina, interpreti della linea politica espressa dal partito
Pubblicazioni
LUIGI MEZZI -     IO ERO CON FINI Falco Editore, Cosenza 2013
 
Rassegna stampa
Trento, 6 luglio 2013. – di Claudio Taverna
Luigi Mezzi, corrispondente del "Secolo d'Italia", fu per alcuni anni, tra la fine dell'altro secolo e l'inizio del terzo millennio, caporedattore della Gazzetta del Trentino, organo del gruppo provinciale e regionale di Alleanza nazionale, di cui ero presidente,  diretto dal compianto Vincenzo Barca, anche lui come Mezzi calabrese (entrambi originari di Cirò Marina). La Gazzetta del Trentino segnò alcuni importanti passaggi nella transizione tra il Msi e il nuovo soggetto politico e raccontò da testimone alcuni di quegli eventi e Mezzi fu anche mio "portavoce".
L'amico Luigi ha dato recentemente alle stampe, con Falco Editore"Io ero con Fini". Un bel libro, arricchito da preziose fotografie...... Lo si legge, tutto d'un fiato.
In chiave largamente biografica, Mezzi racconta uno spaccato importante delle vicende politiche della Destra: dal MSI (Movimento senza importanza) a partito di governo che nel volgere di pochi anni, con la crisi della prima repubblica, ha vissuto, da protagonista, la prepotente irruzione nella seconda repubblica e  nella cronaca d'Italia.
E' quindi un libro di testimonianza che si occupa prevalentemente delle vicende calabresi ma che l'autore,  intrecciandole con altre, come quelle trentine, molto distanti, non solo in termini chilometrici, tra di loro, riconduce ad unità,  territoriale e nazionale.
Nel leggere Mezzi, almeno così è capitato a me, immediatamente il tuffo in un passato di lotta, il rimpianto per il presente  dove la Destra non c'è, e il futuro dove la consapevolezza degli errori dovrebbe spingere alla rifondazione.
Per tutto questo, un grazie sentito a Luigi per aver vestito d'inchiostro i ricordi, facendoli rivivere!
Rif.:
http://www.trentinolibero.it/cultura. . . /libri-e-letteratura.html
 
Saverio Paletta
( Articolo apparso su CALABRIA ORA del 21 Luglio 2013 )
Io ero con FINI, parola di Mezzi
Il giornalista originario di Crotone racconta in questo volume la sua parabola in AN
COSENZA. “ Io ero con Fini “ più che un titolo una dichiarazione. Luigi Mezzi, giornalista originario di Crotone, racconta in questo volume, fresco di stampa per i tipi di Falco Editore, la sua parabola in AN.
Mezzi, come molti quarantenni che hanno militato nell’ex partito di Gianfranco Fini, ha fatto in tempo a vedere la fine del vecchio Movimento Sociale: la versione di destra, di sicuro meno traumatica della Prima Repubblica. “ Io ero con Fini”, a questo punto, diventa autobiografia. Quella di un professionista che ha percorso tutta la propria carriera all’interno di AN.
Non a caso il libro, diviso in tre parti, più una corposa rassegna stampa che occupa oltre la metà delle pagine, si ferma al 2005.
Per capirci, all’ultimo anno in cui AN ha avuto un proprio peso autonomo. Il resto è la storia di un declino politico ( inesorabile a dispetto dei voti ) che ha provocato la fine del progetto finiano e la “ confluenza “ del 2008.
Alcuni superstiti della “ seconda destra “ quella di “ governo “ si interrogano su ciò che potrebbe restare di quell’esperienza, ora che i suoi leader sono stati quasi tutti cancellati dagli elettori e ciò che ne sopravvive al di fuori del Pdl, è assolutamente marginale.
E forse “ Io ero con Fini “ fornisce qualche abbozzo di risposta, perché Mezzi vi descrive in maniera secca, senza commenti e fronzoli, la parabola degli ex missini.
Interessante al riguardo, la seconda parte del libro, “ La destra in Calabria “ dedicata all’esperienza degli amministratori locali. Spesso ostracizzati e costretti, a volte, a navigare tra le nebbie degli ostracismi ideologici, di cui il provincialismo italiano è tuttora un facile confezionatore, i sindaci e gli esponenti provinciali e regionali di An restano la prova della giustezza di una intuizione di Almirante poi ripresa alla grande da Fini: la democrazia diretta avrebbe premiato i sacrifici della destra.
E allora,cosa non ha funzionato? Altre cronache, di cui Mezzi, da redattore della Gazzetta del Trentino prima e da corrispondente del Secolo d’Italia e collaboratore di Pasquale Senatore poi, non si è occupato, per quanto faziose potrebbero fornire una risposta.
Ma l’autore se ne tiene al di quà perché ha altri scopi: raccontare, attraverso le proprie vicende, le dinamiche politiche di un sogno diventato realtà per una manciata di anni. In Italia come in Calabria.
Prima di finire con una scelta burocratica di cui non sono ancora stati chiariti i motivi ed i contorni. “ Io ero con Fini “: un’affermazione onesta: Fini non era solo il papà di AN. Era AN.
Ed ora che l’uno e l’altra non ci sono più, è tempo di bilanci.
Mezzi è il primo a parlare con lucidità e senza rancori eccessivi e, forse, con la gratitudine di aver vissuto una esperienza unica. Ma il suo è solo un tentativo di raccontare l’ultimo ventennio della storia politica italiana visto da destra, forse con l’occhio più concentrato sulle luci.
Ma anche questo ci vuole, perché altrimenti questa vicenda rischia di finire nel dimenticatoio: la destra italiana, per eccesso di pragmatismo non è mai stata troppo brava a raccontarsi e, in questo caso molto più che negli anni di piombo, a difendersi con strumenti intellettuali.
Ora tocca a chi, dopo avere avuto le mani più affondate nella pasta, tace.
Saverio Paletta