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La Storia di Tano - parte terza

Parte terza
 
. . Continua (3)
Già, perché chi abita le case può cambiare colore istantaneamente con un sistema di variazione automatico. Ora rosso, ora verde, ora azzurro. A seconda del piacere o del momento particolare o in attesa di un amico, giusto per farsi riconoscere. Anche a mo’ di semaforo. Anche con colori cangianti ritmicamente, come al suono di una musica proveniente dalla stessa casa.
Una grande eccitazione pervade i due che varcano finalmente la soglia della porta dello spazio comune degli incontri. Macchè porta, non esistono porte nelle aree dedicate al sociale, negli spazi comuni. Si guardano intorno. Tanti simili. Guardano in alto e scorgono una volta sferica che a poco a poco si apre per lasciare intravedere l’universo stellato: comincia la notte su ARRE’T e OLE’IC  diventa trasparente. Tutte le stelle si possono ammirare nella loro bellezza. Attraversano quel grande ambiente mentre i presenti applaudiscono i nuovi venuti per dargli il benvenuto, una due tre volte, ma come se questo fosse anche il benvenuto alla notte che comincia.
Loro di rimando e con timidezza rispondono all’applauso.
Ma sanno che debbono, a piedi, raggiungere la loro casa ed infilandosi in due budelli altrettanto colorati guadagnano il loro spazio privato. E qui, si, c’è la porta che si apre appena un visore riconosce il nuovo arrivato. Dentro è come se fosse un grande videogioco. Apparentemente è una stanza abbastanza comoda ma spoglia. Solo colori che rendono più che allegra la superficie. A un tratto qualcosa si anima. Come se la casa avesse interpretato i desideri di Tano. Una parte di parete viene avanti e mostra una tavola con frutti e del cibo. In realtà Tano azionando il suo braccialetto, ricevuto già alla nascita, ha messo in moto un meccanismo che ha fatto comparire come per magia il tavolo e la sedia. Dopo aver mangiato, tavolo e sedia scompaiono  nel doppio fondo della parete, per far posto ad un grande divano che sembra fluttuare nello spazio. Così Tano si distende ed un diffuso piacere lo pervade, prima di addormentarsi.
L’indomani la luce di OLE’IC penetra nella casa di Tano svegliandolo. Rinfrancato da una lunga notte di riposo può affrontare una altrettanto lunga giornata su ARRE’T.
Intanto scendendo nello spazio comune rivede TARCONIO ed insieme si avviano al lavoro: sono destinati ad un’azienda che si occupa della lavorazione di alcuni elementi di base per la produzione dello strumento da polso OTIM che tutti indossano. Questo è uno strumento che permette di comunicare di accedere nei luoghi e negli ambienti permessi, di mostrare l’ora, di elaborare analisi cliniche e molte altre cose ancora. Insomma è uno strumento senza il quale non si potrebbe vivere su ARRE’T. In genere i nuovi arrivati in azienda apportano sempre delle modifiche che servono per rendere sempre più perfetti gli elementi prodotti.
Ma, mentre già intravedono la fabbrica, vanno loro incontro tre dame le quali invitano TANO a seguirle: la signora della notte (o la signora delle stelle) deve comunicargli una cosa molto importante!. E alla signora della notte non è possibile dire di no. E’ una delle regole di ARRE’T.
Ma TANO chiede se è possibile che venga anche TARCONIO. Le dame fanno un cenno affermativo con la testa ed il piccolo corteo si incammina verso una fenditura del terreno. Pochi passi e si apre ai loro occhi un ambiente scavato nella roccia grandissimo, (l’equivalente di un vulcano spento da noi) e sovrastato da una cupola anch’essa grandissima a forma di iride: sicuramente per aprirsi durante la notte in cui OLE’IC diventa trasparente. In fondo si presenta la signora delle stelle d’aspetto bellissima. Appena TANO si avvicina (intimorito) la Signora delle stelle comincia a raccontare una lunga storia. In breve racconta di sua figlia ZIRA, bellissima anche lei (forse anche più della madre), tempo addietro chiese di oltrepassare  OLE’IC per andare su un pianeta chiamato TERRA, ma da lì ancora non ha fatto ritorno perché un uomo cattivo di nome ORCO INAT la tiene prigioniera nel suo castello. Per questo la Signora delle stelle chiede, anzi supplica, TANO di intraprendere un lungo viaggio per salvare ZIRA dall’uomo selvaggio e ricondurla su ARRE’T. TANO dopo averla vista sul suo monitor da polso (OTIM) rimane affascinato dalla bellezza della giovane ed accetta con entusiasmo a patto che venga con lui il suo amico TARCONIO. La Signora delle stelle annuisce e comunica ai due che debbono prima incontrarsi con il Signore del giorno: SYCRO NIP, per prendere istruzioni su come affrontare il viaggio.
Arrivati al cospetto di SYCRO NIP, in una costruzione completamente trasparente e scintillante di riflessi colorati, TANO e TARCONIO si sentono spaesati e confusi. Ma SYCRO NIP li mette subito a proprio agio e spiega che dovranno indossare uno speciale casco che permetterà loro di arrivare sulla TERRA. Non dovranno in nessun modo e per nessuna ragione toglierlo. In più consegna a TANO un oggetto simile ad una astronave dicendo: questa sarà il vostro mezzo di trasporto che si trasformerà man mano a seconda delle situazioni che incontrerete, sarà la vostra casa, il vostro rifugio, il vostro mezzo magico, avetene cura e vi condurrà dove vorrete.
Così facendo TANO e TARCONIO senza indugiare oltre indossano il casco, entrano nell’astronave e in coincidenza della notte appena iniziata, partono, oltrepassando OLE’IC, che intanto è diventato trasparente.
 L’interno dell’astronave è fantastico. Le pareti ora lisce e lucide a specchio si trasformano in console per la navigazione o in cuccette per un sonno ristoratore o per una temporanea ibernazione o in cucina o, in parte, diventano trasparenti per godersi lo spettacolo eccezionale dell’Universo.
Il viaggio scorre tranquillo quando all’improvviso una forza gravitazionale attrae l’astronave: è un buco nero. E’ come l’acqua che scorre attraverso lo scarico di un lavandino e crea un mulinello: l’astronave è come un moscerino che sul pelo dell’acqua viene risucchiato dallo scarico. In più tutto quello che ingoia lo scarico si compatta in un volume piccolissimo. Pensate che un buco potrebbe avere una massa equivalente alla terra di meno di un metro!! In un buco nero può finire materia, ma niente ne può uscire; e ne esistono almeno 100 solo nella nostra galassia. Già, le galassie: sono un grande insieme di stelle, sistemi, ammassi ed associazioni stellari, gas e polveri (che formano il mezzo interstellare), legati assieme dalla reciproca forza di gravità; il loro nome deriva dal greco (galaxìas), che significa "di latte, latteo"; è una chiara allusione alla Via Lattea, la Galassia per antonomasia (di cui facciamo parte), di cui fa parte il sistema solare.
Continua . . .