Uomini Illustri

Poesie di Giuseppe Gangale

 

Giovanni Giudice
Poesie di
GIUSEPPE GANGALE
Rradderi i Europes / Il ramingo d’Europa
Con testi in
Italiano, Romancio, Arbyresh, Francese,Tedesco
Rubbettino
 
 
 
I miti e la storia
Attraverso la scrittura poetica di Giuseppe Gangale
Primi appunti
Di Michele Gangale
Una ricerca nuova e fondativa
Con la recente pubblicazione (Giovanni Giudice, Poesie di Giuseppe Gangale, Rubbettino,2003) Giovanni Giudice ha svolto un lavoro di alto profilo culturale. Il lavoro si presenta ampio e ricco di percorsi di lettura, una ricerca nuova e fondativa; allo studioso di S.Nicola dell’Alto va l’apprezzamento e la gratitudine di tutti gli arbyreshy e di di quanti hanno a cuore la sorte delle minoranze linguistiche.
L’opera raccoglie con cura e mette a disposizione dei lettori e degli studiosi testi poetici diversi,pubblicati in contesti e in epoche diverse, e oggi non più reperibili,(le poesie in italiano,le poesie in romancio,le rapsodie arberische con traduzione in francese fatta dallo stesso Gangale e con traduzione in tedesco e in italiano fatta da Margherita Uffer).
Essa,sorretta da un quadro rilevante di riferimenti culturali e storici, rappresenta un punto di partenza imprescindibile per condurre nuove ricerche sulla figura e sull’opera di Giuseppe Gangale.
Giovanni Giudice,nella densa premessa, ricostruisce la complessa figura di G.Gangale,si sofferma sull’itinerario esistenziale e culturale, richiama la riflessione di Gangale sulle lingue minoritarie e sulla rilevanza della lingua materna,sulla attività di ricerca e di animazione che, a partire dalla metà degli anni cinquanta, portò il Professore in mezzo a uomini e a comunità dimenticate(le comunità arberische della Calabria ),coglie le inquietudini e le aperture religiose degli anni 60 e 70[1].
Un commento accurato e molto aderente accompagna i testi poetici delle sezione del libro “Rapsodiae Arberiscae apocryphae” (articolata in tre momenti: Hiturit(L’entrata)-Te proit i Kalavriisy(nel porto di Calabria); Teety konka ppy teety katunde(otto canti per otto villaggi ) e Gjashty konka ppy spirtim tiimy ( sei canti per il mio spirito),un commento illuminante e indispensabile per il lettore: Giovanni Giudice ,con sintesi efficace, inquadra il di volta in volta il testo poetico, tratteggia il significato complessivo del testo,lo colloca nell’ itinerario e nella ricerca culturale ed esistenziale di G.Gangale.
Attraverso tale lavoro scrupoloso, di ricostruzione storica,di documentazione e di indagine culturale sui testi, le pagine poetiche di G.Gangale manifestano tutta la loro ricchezza espressiva e rendono visibili i significati culturali ed antropologici.
Un commento così denso è frutto di un lavoro condotto con tenacia per diversi anni, è frutto di letture e di studio,esso nasce da adesione profonda e affettuosa verso la figura di Giuseppe Gangale; le poesie arberische sembrano rivelare “ qualcosa”, portano alla luce cose che avverte dentro, riconducono il ricercatore sulle orme della propria terra, gli fanno rivivere parole e miti antichi.
I canti della sezione “Rapsodiae arberiscae” si presentano come rapsodie , in quanto ripropongono nel ritmo, a volte nelle immagini, le antiche rapsodie arberische[2].
La scrittura di Gangale lascia intravedere una certa idea di letteratura:la letteratura come memoria lunga,come memoria e come dialogo con se stessi e con gli altri.
A lettura conclusa , un punto forte prende consistenza nell’animo del lettore: la produzione poetica di Gangale contribuisce ad arricchire il patrimonio lessicale della lingua arberisca, a dare nuova duttilità alla lingua sressa, mostrandone la ricchezza espressiva e la capacità di tratteggiare con la parola le sfumature della luce e dell’ombra.Giuseppe Gangale ha mostrato così come la lingua arberisca,gradualmente, può configurarsi come lingua della scrittura
Giovanni Giudice ha saputo “operare”, ha saputo custodire in sé una scintilla della lezione di Giuseppe Gangale, ed ha continuato e continua a seminare “quel” seme con lavoro paziente e con grande tenacia. Il suo lavoro rappresenta un dono per tutti noi, un invito forte a conoscere più a fondo la figura di Giuseppe Gangale, la sua produzione poetica, il suo impegno per la salvezza delle lingue minoritarie in Europa.
Continua………( vedi www.mondoarberesco.it )
 
[1] Piccoli indizi su una più ampia apertura verso il mondo cristiano ,nella ricchezza delle sue manifestazioni, possono essere rappresentati da alcune espressioni che ho sentito dire al Professore durante un incontro da giovane studente delle superiori a Crotone, lo informai una volta che una certa domenica dovevo recarmi a messa; lo vidi farsi pensoso e dirmi:”Moss shkatroni bbesen” (Non guastate la fede!).
Altra volta ebbe a dirmi che avere letto molti libri non comporta di per sé un valore agli occhi di Dio,in quanto lo Spirito può soffiare dappertutto,anche in una povera popolana priva di cultura.
[2] Vedi D. Camarda , Appendice al saggio di Grammatologia Comparata, Alberghetti, Prato, 1866, cit. in G. Giudice,Le poesie di Giuseppe Vangale, Rubbettino,2003,pp.94-96