I Vostri Ricordi

La Cirò di ieri racconta

LA CIRO' DI IERI RACCONTA

Dal luogo della memoria ogni tanto riaffiorano vecchi ricordi che ritenevamo per sempre perduti. A volte sfogliando un libro, sfogliando vecchie carte ecco ritrovare qualche cosa che ti riporta agli anni dell'infanzia.

 

 è una vecchia fotografia, degli anni in cui il fascismo era all'apice, in cui eravamo padroni di un impero degli anni in cui il nostro Re si era fregiato di un pennacchio e, quindi, oltre ad essere Re d'Italia e Re d'Albania era imperatore 'Abissinia.Avevamo le colonie, avevamo il nostro impero, ma al mio paese non sapevamo come conciliare il pranzo e la cena. La miseria era nera, i cenci erano gli abiti comuni della maggior parte del popolo e aver trovato questa fotografia con i compagni di  quarta e quinta elementare è stato come rivivere i giorni dell'infanzia che dovevano essere felici, ma felici non erano. I comignoli delle case erano spenti, pochi fumavano all'ora di pranzo ed all'ora di cena, la maggior parte degli abitanti si accontentava di un pezzo di pane e quasi niente altro, perché chiedere , a quei tempi, un pezzo di pane con un poco di olio era qualche cosa di impossibile. Pochi abbienti avevano una minestra calda a mezzogiorno e la sera solo qualche cosa per evitare i morsi allo stomaco e gli altri, gli altri si accontentavano di aspettare la Provvidenza che aveva dimenticato le nostre strade.Nel gruppo di questa foto ci sono quelli che hanno sopportato poi il peso del dopo guerra ed io vedo accanto a chi è diventato professionista, emigranti nel nord Italia, emigranti in Venezuela, emigranti in Africa e chi, rimasto nel vecchio Borgo, ha continuato Ma vita di sempre seguendo quello che, poi è stata la rinascita di questo paese dopo il disastro della guerra.Felice e contenti affrontavano queste avventure, a rischio di malattia e di morte, pur di sapere che a Ciro la famiglia poteva mangiare un piatto di minestra. Erano uomini anche i lori padri che hanno vissuto nell'indigenza più nera quando la paga di una giornata di lavoro era di cinque lire per quei fortunati che il lavoro riuscivano a trovare. All'epoca un pane costava una lira e che con cinque lire si potevano comprare cinque pani per cui lascio a Voi immaginare quale poteva essere la quotidianità delle famiglie.Ecco perché alla fine degli anni quaranta questi ragazzi di dieci anni diventati adulti hanno capito che non era possibile vivere nel vecchio borgo e che, quindi, bisognava emigrare. Il Sud America, l'Australia erano un miraggio da raggiungere perché in quei luoghi il lavoro non mancava e la retribuzione, abbastanza alta, permetteva di poter vivere decorosamente. Abbiamo notizia che alcuni uomini del nostro borgo emigrati in quegli anni hanno fatto fortuna, ad altri invece l'indigenza li ha perseguitato per tutta la vita. Onore a questi uomini che hanno rinunziato al Borgo per una vita migliore. Chi è rimasto ha avuto un approccio diverso con la vita, diversi si sono inseriti nelle professioni e sono stati di base allo sviluppo del vecchio Borgo. Nel dopoguerra nella media borghesia si era sviluppato il senso della cultura e con enorme sacrifici delle famiglie Ciro ha partorito un gruppo abbastanza numeroso di professionisti in tutti i campi del sapere, professionisti che hanno dato e continuano a dare lustro al vecchio Borgo. Come era possibile, per quei tempi, pensare al salto dalla miseria e da un analfabetismo dominante verso studi superiori quando le possibilità finanziarie erano abbastanza limitate?  Ecco i due i due sbocchi che il Borgo di Ciro ha avuto per inserirsi nel mondo della cultura. Il primo fu andare in seminario e da Ciro partirono schiere di giovani , alcuni intenzionati a diventare preti altri ad iniziarsi agli studi per poi cercare di proseguire al meglio possibile. Il secondo sbocco fu quello della scuola privata. L'artefice di questa scuola privata è stato per diversi lustri il Prof. Godano Cataldo, ex prete che avendo rinunciato ai voti, per poter vivere , essendogli preclusa la professione di insegnante perché la laurea in sacerdozio non era equiparata a quella statale,incominciò a dare lezioni ad una nutrita schiera di giovani. Il Prof. Godano è stato un uomo dotto, profondo conoscitore delle lingue Italiano, latino e Greco. Ebbene da quella scuola sono venuti fuori tutti quelli che poi, nella libera professione nel mondo dell'università, in magistratura e nell'amministrazione statale,hanno rappresentato il patrimonio culturale della Ciro Dotta della seconda metà del novecento. Nominarli uno per uno faremmo torto ad altri, noi diciamo che nel panorama della legge, della medicina, dell'ingegneria, dell'insegnamento, tutto ciò che è nato a Ciro in quegli anni è frutto del grande sacrificio della famiglia media borghese che ha saputo evolversi attraverso il sapere negli anni in cui in Italia e quindi anche nel nostro borgo si era capito quanto fosse importante il sapere in un mondo che andava progredendo velocissimamente.

 

 continua . . .