Roba Cirogena

A proposito di Cultura e Sapere

A PROPOSITO DI CULTURA E SAPERE
 
Alcuni amici, conoscendo il mio grande interesse per la produzione storico letteraria sui grandi personaggi di Cirò, illustri e meno illustri, passati, recenti ed attuali, mi hanno segnalato un “Post”, riguardante l’evento per la presentazione del libro del Professore Egidio Mezzi,  apparso su Facebook sul profilo di Francesco Vizza, personaggio noto negli ambienti culturali cirotani, scopritore instancabile di documenti e notizie che hanno consentito al mondo di conoscere anche i minimi particolari della vita e delle opere dei personaggi di cui fino ad oggi si è interessato.
Il “Post”, che, considerata l’importanza dell’autore, mi sono subito affrettato a visionare, è del seguente tenore:    
“I rendiconti dell’Accademia Nazionale delle Scienze, freschi di stampa, ospitano un mio saggio sull’Alchimista Giano Lacinio di Cirò.
Caro sindaco Mario Caruso e vice sindaco Francesco Paletta, forse quel medico di Cirò Marina, ultimamente ospitato sulla terrazza del Palazzo dei Musei, dovrebbe comprendere che la cultura è cosa altra assai.
Margherita Gemma Esposito e Giuseppe De Fine”
Sublime: “forse quel medico di Cirò Marina, ultimamente ospitato sulla terrazza del Palazzo dei Musei di Cirò, dovrebbe comprendere che la cultura è cosa altra assai” sono versi che reggono il confronto solo a quelli del nostro grande poeta Ungaretti: “Si sta come d’ autunno sugli alberi le foglie”.
Il Post, visionabile liberamente, alla data del mio collegamento aveva ottenuto 54 contatti di cui i più audaci e fedeli “followers” (per quelli digiuni di cultura) seguaci, a dimostrazione dell’adorazione, dell’affetto e della stima nutrita verso l’autore del “Post”, hanno espresso il loro pensiero aggiungendo ai complimenti per il saggio, accolto nei “Resoconti dell’Accademia Nazionale delle Scienze”, anche un bravo per la risposta formulata nei confronti di quel medico di Cirò Marina.
Anche io, pur non essendo amico né inteso nel senso dei social, né  nel senso letterale della parola, mi associo ai complimenti degli “amici” e “sostenitori” dell’autore del Post, tutte persone rispettabilissime e di alto profilo culturale, alcune delle quali appartenenti “All’Accademia Psychronea” e “All’Accademia di Arti e Scienze di Malocretazzo”, per il successo che l’autore ha riscosso con il suo saggio e per la notorietà che sta riscuotendo in sede locale, nazionale ed internazionale come profondo conoscitore della vita e delle opere di tutti i Personaggi storici di Cirò del XVI secolo e gli faccio gli auguri per una sempre maggiore affermazione anche nel campo scientifico per le sue ricerche presso l’Ente dove lavora.
A differenza dei 54 followers, anche se la disputa mi interessa solo per un fatto di costume, sono, però, indignato e non poco, per la spregiudicatezza gratuita con la quale l’autore del Post, ponendosi su un piedistallo di superiorità che ritiene gli appartenga di diritto, ha pensato di rispondere, dando credito a pettegolezzi riferitigli, ad un libero pensiero, che avrebbe espresso “quel medico” sull’opera e sulla vita del nostro illustre concittadino Giano Lacino.
E non posso esimermi dal rilevare come il vantato conseguito successo e la cattiva informazione possano, a volte, far perdere quel poco di credibilità che, con sacrificio, una persona riesce a conquistarsi.
Condividere giudizi così drastici, espressi in libertà, ma senza alcuna motivazione a sostegno, è da temerari ed irresponsabili e conferma come, quella finestra aperta sul mondo che è Facebook, può diventare un luogo di incontro di persone che pensano ed agiscono con la testa degli altri.
Cultura e Sapere, sono  parole ormai sulla bocca di tutti,  specialmente in alcuni ambienti cirotani, ,  in particolare da quando si è capito che la cultura poteva essere redditizia oltre che foriera di visibilità, e  soprattutto di quelle persone che non hanno mai letto un libro o una pagina di giornale nella loro vita e che hanno, quindi,  “Fame”  di sapere, una fame atavica che prova solo chi non ha mai mangiato nemmeno un piatto di cicoria ( in senso culturale s’intende) e  di chi, essendo vissuto nell’anonimato, cerca notorietà, accettando e trangugiando qualunque cosa venga detta da “pseudo professori” senza una utile masticazione per favorirne una buona assimilazione e una buona digestione.
“Prima digestio fit in ore”
Se poi la parola cultura viene utilizzata per fini pratici e senza capirne il significato la cosa diventa problematica ed espone chi la propaganda a brutte figure.
Chi pensa di avere raggiunto un buon grado di sapere dovrebbe essere più prudente, più modesto, sapere cogliere il significato delle parole, essere rispettoso delle opinioni altrui, verificare, se non presente agli avvenimenti, che quanto gli viene riferito, corrisponde alla verità e non a semplice piaggeria per il semplice gusto del pettegolezzo.
A tutti quegli amici dell’autore del Post, curiosi di conoscere il nome di chi si è permesso di esprimere un giudizio personale sul nostro illustre concittadino Giano Lacinio, vissuto nel 1500, esprimendo il suo pensiero non sull’autore dell’opera “Giano Lacinio, Alchimista Francescano del Cinquecento” ma sulla validità delle teorie del personaggio e, comunque, a tutti i 54 nominativi ai quali è piaciuto il Post, comunico io il nome.
(…anche se immagino già che lo conoscano…, l’anonimato usato dall’autore del post è solo un pretesto per tracciare un confine tra la sua “immensa cultura” e quella di un povero medico di paese, che è diventato medico senza mai avere frequentato una scuola… cultura, la sua e dei suoi amici, distante anni luce… cit.)
Il suo nome è: Dott. GIUSEPPE SPATAFORA
A quelli assetati di cultura, a quelli per i quali “la cultura è cosa altra assai”, dico che si tratta di un professionista che, quando alcuni commentatori del “Post” divulgato su facebook, andavano all’asilo infantile o si aggiravano per casa con i pannolini addosso o giocavano, in età un po’ più avanzata, con il Kit del “piccolo chimico”, è stato presidente del “Circolo  culturale Punta d’Haleo“ ed ha gestito, sin dal 1980 e  fino agli ultimi anni del secolo scorso,  con encomiabile amore per il suo paese e grande passione per la cultura, insieme al compianto Prof. Scilanga Giovanni, il “ PREMIO CIRO’ MARINA”,  la cui giuria ha annoverato  nomi di grande spessore della cultura calabrese, nazionale ed internazionale, superando gli angusti confini del provincialismo ed imponendosi all’attenzione della critica più autorevole. Il “Premio Cirò Marina” è stato una concreta realtà che ha contribuito allo sviluppo socio – culturale del territorio.
E che, e ho il dovere di ricordarlo, ancora, a chi forse troppo presto lo ha dimenticato, il dott. Giuseppe Spatafora, faceva parte del Comitato organizzatore, insieme ai Professori Giovanni Scilanga, Mezzi Egidio, Barberio Giuseppe, Scarpelli Pietro e Sculco Cosimo, istituito dall’allora sindaco Dott. Antonio Sculco, con l’incarico di riscoprire e valorizzare “Luigi Lilio” autore del Calendario Gregoriano e cercare di lasciare ai posteri una memoria permanente del nostro concittadino, quasi sconosciuto agli stessi cirotani.
A questo Comitato si deve il merito di avere indetto il primo convegno, tenuto a Cirò in data 20 dicembre 2000 nella chiesa Madre Santa Maria de Plateis, che ha registrato la presenza, oltre alle autorità civili e religiose, di illustri personaggi quali:
Prof. Giuliano Catone, Ord. Archivista della facoltà di Lettere e Filosofia – Università Siena;
Prof. Maurizio Torrini, Ord. Storia della Scienza- Università Federico II, Napoli;
Prof. Romolo Gatto, Ord. Di Matematiche Complementari – Università della Basilicata;
Prof. Massimo Capoccioli, Ord. di Astronomia – Università Federico II, Napoli e Direttore Osservatore Astronomico di Capodimonte, Napoli.
 
Moderatore: Nuccio Fava
 
Si deve al Prof. Giuliano Catone, amico del Dott. Spatafora che ne aveva richiesto la partecipazione, la presentazione, per la prima volta, in via ufficiale, a Cirò, della “Tavola della Biccherna” che rappresenta il Papa Gregorio XIII che presiede la Commissione del Calendario.
 
In quell’occasione Il Professore Catone ha ipotizzato che il personaggio che illustra al Papa lo Zodiaco, secondo le sue deduzioni, potrebbe essere Alessandro Piccolomini che, per incarico del Gran duca di Toscana Francesco de Medici, commentò l’opera di Lilio in un suo scritto.
 
Nella stessa occasione Il professore consegnò al sindaco copia del “Compendium” un quadro ed altro materiale riguardante il nostro illustre concittadino.
 
(…Per gli amanti della verità aggiungo che, già negli anni novanta, il Rag. Pasqualino Gallo aveva, prima di ogni altro e su incarico del professore Mezzi, portato a Cirò copia della Tavola).
Oggi si trova in circolazione un segnalibro riproducente la tavola con una annotazione del seguente tenore: Ricerca euristica di Francesco Vizza.)
 
Sicuramente i commentatori di cui sopra, tra cui si notano nominativi di prestigio che, nel presente e nel passato, hanno guardato il Dottore Spatafora con rispetto, ammirazione e stima, se avessero conosciuto il nome di “quel medico di Cirò Marina, ultimamente ospitato sulla terrazza del palazzo dei Musei”, non si sarebbero azzardati a compiacersi della espressione fuori posto, fuori luogo e senza alcuna motivazione a supporto.
Congratularsi per il saggio va bene, ma plaudire le sciocchezze dette all’indirizzo del medico NO! Cari Ceccarelli, Amoruso, Scigliano, De Fine, trascuro gli altri perché a me sconosciuti, NON DOVEVATE! Anche perché non eravate presenti e quindi non in grado di verificare e condividere quanto l’autore del Post, anche lui assente, ha voluto lasciarvi intendere.
E quelle persone che si son fatte carico, per il solo gusto del pettegolezzo e per ossequio, di informare il loro famoso amico, se avessero avuto gli attributi e ritenute offensive le parole del medico (lo avevano a portata di mano) avrebbero potuto intervenire, contestare e confutare la relazione.
Roba veramente “cirogena”.
Non capisco che c… volesse dire l’autore del nuovo vocabolo, da segnalare all’Accademia della Crusca per l’accoglimento nel vocabolario italiano, ma intuendone il significato che, da buon conoscitore dell’ambiente, gli ha voluto dare, ripeto anch’io che quanto è successo è roba “cirogena”.
(Per il significato del termine se diverso dalla mia interpretazione, vi rimando alla lettura dei commenti relativi al post ed i cirotani interessati possono chiedere direttamente all’autore spiegazione di questo epiteto loro attribuito)
Santo Dio, un po’ di rispetto e di modestia non guasta, anche perché non esisteva alcun motivo di risentimento alla relazione del dottore Spatafora, che ha sempre parlato bene di Francesco Vizza e che ha sempre cercato di convincere me,  che sin dall’inizio della sua irruzione sullo scenario culturale cirotano, avevo intravisto la sua mancanza di sincerità e lealtà nei rapporti con esponenti della cultura locale,  che alcuni suoi comportamenti, da me fortemente criticati, erano dovuti non già a cattiveria o spirito di sopraffazione, ma a pura e semplice disattenzione ed ingenuità.
A questo punto, riprendendo il filo che mi riporta all’oggetto del mio scritto, perché pertinente con l’argomento fin qui trattato, trascrivo alcune considerazioni e riflessioni su Cultura e Sapere, tralasciando argomenti che possono sembrare sterili, ma utilizzando alcune situazioni che aiutano a capire il contesto in cui si fa cultura a Cirò.
 
Una cara amica, a cui mi ero rivolto in passato per la pubblicazione sulla stampa di alcune precisazioni che un noto esponente della cultura locale voleva venissero fatte in merito ad alcuni articoli apparsi sui giornali, mi rispose facendomi notare che la cultura ed il sapere non è monopolio di nessuno e che altri, a buon diritto, potevano scrivere e parlare liberamente, in quel caso, di Luigi Lilio.
Il riferimento alle rettifiche non era sulla conoscenza che altri potevano avere sulla vita e sull’opera del riformatore del Calendario, ma sul mancato utilizzo di fonti bibliografiche a lui appartenenti.
La mia amica aveva ed ha ragione: la cultura ed il sapere non sono monopolio di nessuno! …solo l’uomo primitivo può vantarsi di avere inventato la ruota! Le generazioni che si sono susseguite la cultura ed il sapere li hanno acquisiti sulla stratificazione delle conoscenze delle generazioni precedenti; basta dare uno sguardo alle bibliografie inserite in ogni libro per rendersi conto di quante persone hanno contribuito alla sua nascita…
Benigni, però, ottimo conoscitore e commentatore della divina commedia non si sognerebbe mai di attribuirsene la paternità.
Al giorno d’oggi, favoriti dalle nuove tecnologie, basta un copia e incolla per riempire pagine di libri o scrivere articoli e darli in pasto a quelle persone affamate (di cultura) che li credono autentici perché ignorano la fonte, nascosta, a volte, consapevolmente dagli autori.
Più modestia, quindi, e rispetto verso gli altri, senza voler sempre dimostrare di essere i primi della classe; non basta raccogliere documenti di cui se ne conosce l’esistenza per proclamarsi o farsi proclamare nuovi Cristoforo Colombo.
La Scoperta non è creatività, scoprire significa portare alla luce cose che già esistono e che in molti casi si sa già dove andare a cercarle.
Volenti o nolenti quando si parla di storia locale cirotana e dal 2010, anno in cui l’Amministrazione Comunale di Cirò, con grande intuizione e merito, in occasione del cinquecentenario della nascita di Luigi Lilio ha dato inizio ad una serie di manifestazioni ed eventi di grande prestigio e successo, tra cui i più importanti dell’anno, la Lectio MagistralisIl Calendario perfetto di Aloysius Lilius” ( 18/10/2010), tenuta dal Prof. Zichichi ed il patrocinio del libro “Luigi Lilio – Medico Astronomo Matematico di Cirò, ideatore della riforma del Calendario Gregoriano” di Egidio Mezzi e Francesco Vizza, non si può fare a meno di citare chi nel tempo si è interessato alla storia di Cirò ed al nostro illustre concittadino e, nello specifico, quando si parla del libro su Lilio, non si può fare a meno di citare gli autori “ EGIDIO MEZZI – FRANCESCO VIZZA” e non solo un coautore.
La tendenza a sminuire i meriti degli altri per fare emergere i propri è costume comune a tutti noi poveri mortali, ma è necessario, anche per onestà intellettuale, dare a Cesare quello che è di Cesare, nel rispetto della verità.
Mi riferisco, nello specifico,  a comportamenti censurabili che si sono verificati altre volte,   in particolare quando in modo molto superficiale, l’autore  del libro “Giano Lacinio Alchimista Francescano del Cinquecento” (…libro edito da La Ruffa Editore con il patrocinio anche dell’Amministrazione Comunale di Cirò, di notevole interesse culturale, libro che mi è stato regalato e che ho letto trovandolo molto interessante…) nella sua biografia scrive: ha pubblicato “ Luigi Lilio –Medico Astronomo e Matematico di Cirò, ideatore  della Riforma del Calendario Gregoriano” senza citare il coautore. Constatare che nessuno abbia fatto rilevare la disattenzione facendola correggere prima che il libro venisse dato alla stampa, è quantomeno indice di superficialità e di mancanza di sensibilità per non pensare ad una sospetta partigianeria o ipotizzare una violazione del diritto di proprietà.
Le persone di cultura lavorano in silenzio, ricercano, leggono, confrontano, elaborano, sono paragonabili ad un lombricaio dove la materia organica di cui questi esseri si nutrono viene assimilata e trasformata in utile concime che restituiscono alla terra rendendola fertile e produttiva.
Queste persone lo fanno per esigenze personali, senza chiedere altro se non rispetto e riconoscenza per il loro lavoro, soddisfatti per il solo fatto di avere reso un servizio alla collettività, avendo cura di ammettere e riconoscere le fonti del loro sapere e accontentandosi, come diceva il Manzoni, dei loro trentaquattro lettori.
Cedere la materia organica elaborata per la sopravvivenza delle piante è per il lombrico azione naturale, come lo è per tutti quegli studiosi che in silenzio ricercano, trovano, leggono, elaborano tutto quello che acquisiscono e lo restituiscono agli altri soddisfatti solo per averlo fatto.
Purtroppo spesse volte il lombrico è vittima della talpa, animale cieco per natura, che se ne nutre acquisendo tutte le sostanze che lo stesso, partendo dall’acquisizione della materia organica, aveva pazientemente elaborate, facendo sfoggio di una pelliccia stupenda che solo chi l’ha vista può descrivere.
Fini diversi, a prescindere dai risultati ottenuti, non hanno niente a che vedere con la CULTURA che, in questo caso, è poca cosa assai.
In conclusione, considerata la situazione un po’ paradossale e le insignificanti affermazioni che, vista la provenienza ed i commenti ricevuti, non avrebbero meritato alcun intervento, mi piace ricordare un mio caro amico (… scomparso da tempo … di cui non faccio il nome, ma che le persone della mia età di Cirò e Cirò Marina possono facilmente individuare) che negli anni ’70 aveva avuto una grande intuizione che, se realizzata, oggi, ci sarebbe stata di grande utilità.
Il mio amico, persona preparata professionalmente, di grandi doti umane, Sindaco di Cirò Marina, corrispondente della Gazzetta del Sud, dotato di molto senso umoristico, aveva previsto l’acquisto, con spese a carico del bilancio comunale, di un vagone ferroviario da utilizzare per il trasporto, in una località di montagna abbastanza fresca, di quelle persone che con le prime calure estive incominciavano a dare segni di sbandamento contribuendo, così, a liberare la società di tanti nuovi “Marchesi del Grillo: io, sono io e tu non sei un ca…” .
Lo ricordo perché la sua intuizione, oggi, ci sarebbe stata di grande utilità.
Idea geniale la sua, che avrebbe meritato una segnalazione ad una rivista scientifica specializzata ed essere propagandata e divulgata in ogni angolo della terra!
Mi sono sempre considerato un rivoluzionario ed un temerario, sempre rispettoso del pensiero e delle idee degli altri, mai incline all’offesa o al disprezzo, pronto a chiedere scusa a chiunque si sentisse offeso dai miei comportamenti, pertanto, se per quanto ho espresso liberamente, senza alcun condizionamento e senza l’intenzione di offendere chicchessia, qualcuno ha qualcosa da ridire o ha bisogno di ulteriori chiarimenti dico dove trovarmi.
Per primo, seguendo il consiglio del mio caro amico, per raffreddare il cervello, surriscaldato dalla lettura delle sciocchezze dette e non dette su quel medico di Cirò Marina, sono al fresco, in Sila, sotto i pini loricati di cui questa splendida zona della nostra Calabria è famosa e ne va orgogliosa.
Gaudino Giuseppe
 
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