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La tomba del poeta Siciliani trafugata?
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La tomba del poeta Siciliani trafugata?
in realta’ solo spostata
Chiarito l’equivoco da una parte della famiglia Siciliani. Resti del poeta trasferiti nell’ossario sotto il pavimento della cappella
CIRO' martedì 04 giugno 2013
Era un falso allarme la notizia che circolava nel paese l’altro ieri mattina quando si pensò che la tomba del poeta Siciliani era stata trafugata, in realtà invece era stata spostata nell’ossario di famiglia per fare spazio ad un altro componente della famiglia Siciliani deceduto. La scoperta era stata fatta, in vista della sepoltura di un componente della famiglia Siciliani, quando il custode del cimitero di Cirò si è accorto che nella cappella di famiglia, il loculo occupato per decenni dalle spoglie del poeta Luigi Siciliani era vuoto. Il custode, pensando che la bara fosse stata trafugata, ha presentato denuncia, facendo intervenire il maresciallo Diego Annibale della locale stazione. Sul posto erano intervenuti anche il Sindaco Mario Caruso, e il capitano della Compagnia di Cirò Marina, Fabio Falco. Solo dopo alcune ore, quindi è stato chiarito da una parte della famiglia Siciliani che i resti del poeta erano stati trasferiti nell’ossario ricavato sotto il pavimento della cappella per fare spazio ad un membro della stessa famiglia deceduto nei giorni scorsi a Cirò Marina.
La traslazione del poeta sarebbe stata eseguita, tuttavia senza la necessaria autorizzazione in violazione del regolamento di polizia mortuaria e, pare, senza avvertire tutti i familiari che sarebbero stati all’oscuro di tutto, da qui il grande equivoco e l’imbarazzo per alcuni componenti della famiglia Siciliani quando nel portarsi verso la cappella dove è sepolto il poeta per portagli un fiori si sono visti davanti il loculo vuoto. Ma come è possibile si chiedono in molti, e non si parla d’altro in paese, mettere le spoglie di un personaggio che appartiene all’umanità intera, sotto uno spoglio pavimento, in un ossario, quando invece di lui dovrebbero fare una tomba monumentale alla vista di tutti e soprattutto, ubicata in un posto pubblico che chiunque, ed in qualunque momento gli possa fare visita. Povero poeta, lui che era così semplice, e legatissimo alla sua Cirò, non gli è stato consentito nemmeno di riposare in pace nella cappella dove riposava da anni. “Misero vario gioco di sorte è la vita dell’uomo tra povertà e ricchezza sempre vagante incerta: Quelli che giacciono in basso qual palla rimbalzano in alto; altri, su dalle nubi, sono gettati all’Ade”, con queste parole scritte dallo stesso poeta nei” Canti Pagani” una riflessione per l’accaduto.
Giuseppe De Fine