Beni Culturali

Grotte Rupestri

GROTTE RUPESTRI NEL TERRITORIO DI CIRO’
 
L’utilizzo della grotta da parte dell’uomo risale ai primordi della sua comparsa sulla terra. L’uomo primitivo abitava la grotta come riparo dalle intemperie e dai pericoli dell’ambiente.
Nei millenni successivi, la grotta è stata il luogo dove l’uomo oltre ad abitare vi seppelliva ed onorava i morti, dove svolgeva le varie attività legate all’agricoltura, divenendo, nel corso della seconda metà del primo millennio ( VI – metà XI sec. D.C – dominazione Bizantina) l’indispensabile supporto per una esperienza di vita religiosa ascetica e di preghiera.
In questo scorcio di Millennio, in oriente, il culto dell’immagini sacre e la venerazione delle icone divenne fanatismo a tal punto che ne venne proibita la pratica ed ordinata la distruzione provocando la sommossa del popolo di fede cristiana (726 d.C Imperatore Leone III l’Isaurico).
Alla ribellione venne risposto con una durissima repressione che portò alla distruzione di luoghi sacri e che si fermò con l’intervento dell’ Imperatrice Irene nel 787 d.C. ( Concilio Niceo II che condannò l’iconoclastia sotto Adriano I e l’imperatore Costantino VI ).
La conseguenza delle cruente lotte iconoclaste nell’oriente fu l’ulteriore massiccio arrivo in Italia di monaci che, arrivati nel meridione, trovarono rifugio nei Monasteri, nei cenobbi, nelle laure e nelle grotte eremitiche.
Tutto il meridione d’Italia, dalla Sicilia, alla Calabria, alla Puglia ed alla Campania sono territori dove si rinvengono insediamenti rupestri testimonianza di luoghi di intensa vita religiosa.
In Calabria, nel periodo medioevale, la vita in grotta era diffusa su tutto il territorio. Molte sono nell’alto medioevo le testimonianze di forme di vita monastica ispirate ad ideali ascetici della religiosità orientale.
In questo periodo i monaci basiliani hanno praticato e stimolato nei loro seguaci nuove esperienze religiose cercando nella vita ascetica il contatto diretto con Dio.
Nella regola Basiliana la vita cenobica rappresentava la forma di convivenza perfetta e la vita contemplativa era il modo migliore per raggiungere Dio e salvare l’anima.
Esempi esaltanti di vita vissuta in grotta si riscontrano scorrendo le vite dei nostri Santi.
San Fantino, San Nilo, San Nicodemo e tanti altri sono testimonianza della Regola Basiliana e di una vita vissuta nella grotta, alla presenza di potenze demoniache che sono riusciti a sconfiggere, tutta dedicata alla contemplazione, alla preghiera ed alla penitenza.
Recenti ricerche hanno individuato insediamenti rupestri disseminati su tutto il territorio del Marchesato.
Insediamenti di notevole interesse archeologico si trovano nei comuni di Casabona, Cotronei,Caccuri e Verzino. Tali insediamenti hanno costituito in passato piccoli villaggi abitati dall’uomo; in un passato più recente le grotte sono state utilizzate dai pastori nel periodo di transumanza come ricovero temporaneo.
Nel libro del Prof. Francesco Cosco “ Civiltà rupestri e siti Monastici nel Marchesato di Crotone” e nel saggio di Francesco Cuverà “ Architettura rupestre nella provincia di Crotone” pubblicati, in passato, all’interno del programma interregionale “ Appennino parco d’Europa” facente parte del progetto relativo all’istituzione del Parco neolitico della provincia di Crotone se ne trova ampia informazione.
Scrive il Rizza ( Arealocale.com – novembre 2007 ) “ oltre a Santa Severina , nello studio del Cuverà, sono descritte con dovizia di particolari le grotte di Belvedere Spinello, Caccuri, Casabona, Cerenzia, Cotronei, Crucoli, Melissa, Petilia Policastro,Rocca di Neto e Verzino”.
Nell’elenco non troviamo menzionato Cirò, dove si trovano numerose grotte rupestri che andrebbero competentemente indagate.
Pubblichiamo, di seguito, il capitolo “ GROTTE RUPESTRI NEL TERRITORIO DI CIRO” tratto dal libro del Prof. Egidio Mezzi “ CIRO’ Frammenti di storia – Studio immagine Futura – Belvedere Spinello ( pag. 216) ed in calce qualche foto delle grotte dislocate nel nostro territorio.
“ Nel nostro territorio sono dislocate diverse grotte, alcune naturali, altre fanno pensare siano servite da abitazione all'uomo preistorico o adibite a luogo di culto e di meditazione. Ricostruire le vicende degli uomini più antichi che nel lontano passato le hanno abitate non è facile, perché la storia molto antica e molto remota tace per millenni. Le nostre conoscenze risalgono appena all'alto medioevo, al IX-X secolo dopo Cristo, epoca della fondazione dell'antico borgo bizantino di Psicrò, ora Ciro. Tuttavia la presenza di numerose grotte con tracce di armi neolitiche disseminate in diverse località, tra i 300 e gli 800 metri sul l. m., sono una testimonianza, sia pure muta ma significativa, della probabile presenza dell'uomo se non nell'età paleolitica e neolitica, certamente in quella dei metalli (3000-1000 a. C). Numerosi rinvenimenti di tombe con ceramiche ed oggetti di pietra, di bronzo e di materiale dell'età del ferro, dimostrano che Ciro era abitata in epoca preistorica. Un accurato lavoro di ricerca e di analisi da parte di studiosi esperti consentirebbe di conoscere molti aspetti della civiltà dei nostri più lontani antenati. E' vero che le caverne si presentano all'occhio dell'osservatore abbandonate, senza segni visibili sulle pietre, prive di graffiti né incisi né dipinti, di manufatti, di ossa di animali, di strumenti rudimentali, di frammenti di ceramica e di ciottoli lavorati, ma gli specialisti, dall'esame degli strati che si sono succeduti nei millenni, potrebbero ricavarne importanti informazioni sui misteriosi abitatori vissuti in epoche remote nei diversi periodi a Ciro. Ecco le denominazioni delle grotte più vaste esistenti nel nostro territorio”:
1) Grotta di Galizia
2) Grotta del Vituso
3) Grotte di Fradduca, Fra' Luca, (tre)
4) Grotta di Starrello e dello Spione
5) Grotta dell'Acqua della Pietra
6) Grotta della Scala di Lombardo
7) Grotta delle Cantarelle
8) Grotta di Vulcano
9) Grotte della Manca di Nicastro (due)
10) Grotte delle Palombelle (due)
11) Grotte di Franza (due)
12) Grotta di Ragapiede
13) Grotta di Niguru
14) Grotte della Serra del Lago (le più grandi e le più numerose: sette)
15) Grotta di Marcello.
Esistevano inoltre altre numerose grotte che sono state seppellite da frane o colmate dalla mano dell'uomo. Di esse non si conoscono i nomi e l'ubicazione esatta.

Le grotte vengono descritte con dovizia di particolari in un articolo di Giuseppe De Fine “ Le Grotte di Cirò”  Al riguardo ci permettiamo precisare : le grotte esistenti sono sette e non sei.