Uomini Illustri

PER LA CAMPANA DEDICATA AI CADUTI

PER LA CAMPANA DEDICATA AI CADUTI

Cattedrale di Tripoli
In nome dei combattenti di oggi, di ieri e di domani prendo in consegna spirituale questa campana con tutte le nostalgie dei suoi silenzi, con tutte le allegrezze, i rimpianti e le speranze dei suoi rintocchi.
Il suono delle campane è quello che meglio fa vibrare l’animo umano; lo sanno i credenti. Il soldato che è credente di due religioni, quelli di Dio e quella della Patria, ne avverte più di ogni altro il fascino e la suggestione.
Lassù sui luoghi della guerra le campane hanno taciuto per noi per quasi quattro anni. Le salutavamo con gioia nei periodi di riposo ed attraverso il periodico ripetersi del loro suono sentivamo di tornare alla consuetudine della vita ordinaria e rinasceva in noi la convinzione che la guerra fosse una parentesi che avrebbe dovuto pur chiudersi, mentre lassù per le sue ferree esigenze ci appariva uno stato di fatto permanente e normale.
La nostra eccitazione si calmava nel placido battere delle ore dei campanili non minacciati dal cannone e nell’indisturbato succedersi del mattutino che richiama alla gioia di vivere, del mezzogiorno che offre il riposo, del vespro che invita alla preghiera, all’Ave Maria che predispone alla pace della notte.
Cari rintocchi, rintocchi familiari che interrompete l’alto silenzio delle campane ed aumentate il fragore della città; per quattro anni avete taciuto per le nostre orecchie, ma avete seguitato a risuonare più forti nei nostri cuori. E quando dopo la vittoria, tornammo nel Veneto invaso e trovammo i campanili e le torri spoglie di campane, ci parve che il nemico fuggendo avesse voluto togliere l’anima alla nostra terra privandola, della possibilità di inseguirlo urlando il suo strazio, gridando la propria gioia.
E tu campana dedicata ai caduti, campana che susciti echi che fanno palpitare i cuori prima ancora che il suono raggiunga l’orecchio, sii doppiamente benedetta, poiché dedicata agli spiriti di coloro che non sono più ed ai cuori di coloro che quegli scomparsi non debbono dimenticare.
Caduti! La voce di questa campana è voce di bronzo, ha la stessa tempra che avevano i vostri cuori: Uomini caduti nel silenzio sconfinato del deserto, nella quieta delle valli, nel gelo maestoso delle cime, nel frastuono incessante del mare, nell’altezza del cielo; Uomini che siete passati dalla folgore del colpo al silenzio della morte, ridestatevi ad ogni chiamata sia essa segnale di esaltazione, grido di dolore o appello di preghiera.
Popolo di Tripoli non dimenticare. La più grande delle campane del tuo maggior tempio di Cristo è dedicata a coloro che qui o altrove caddero per l’Italia e perciò direttamente od indirettamente per la tua stessa esistenza.
Impara a distinguerne il suono, fissalo nella memoria, serbane l’eco nel cuore.
All’alba, a mezzogiorno, a vespero ed a sera invia un pensiero a coloro per i quali la notte insonne non ebbe mattutino di risveglio, il mezzogiorno segnò forse l’ora del travaglio maggiore, il vespero quello della preparazione e l’Ave Maria assai spesso coincise con la morte. Costoro non chiesero mai quale ore fosse né quale ora del giorno dovesse essere quella dell’offerta.
Caddero sapendo che se nessuna campana avrebbe battuto per essi i rintocchi della morte, un giorno avrebbe certamente suonato in loro onore perennemente la campana della gloria. Il giorno è arrivato!
Goria ai caduti nei cieli e nei cuori, pace ad Essi in Gesù Cristo e nella Patria.
Generale Domenico Siciliani
Le notizie e gli scritti sul Generale Domenico Siciliani sono stati tratti dal libro “ CIRO’ DOTTA – Figli illustri di Cirò e Cirò Marina, edito da Studio Immagine Futura, Belvedere Spinello, Luglio 1992