Rassegna Stampa

Mezzi scrive su Lilio

 

L’astronomo meritò la stima dei più grandi uomini di scienza dell'epoca»

Cirò, Mezzi scrive su Lilio

Lo studioso incaricato dal ministero dei Beni culturali

di GIUSEPPE DE FINE

CIRO - In occasione del 500° anniversario della na­scita di Luigi Lilio (1510-1576), per approfondire al meglio la figura dello stes­so, e stato interessato, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Egidio Mezzi, Socio della Deputa­zione di Storia Patria per la Calabria e studioso tra i più attivi di tale "misteriosa" ed importante figura.
A Mezzi è stato chiesto di scrivere un articolo sul pe­riodo romano di Luigi Lilio che è stato pubblicato sul sito internet " Imago Romae", noto sito di cultura e di approfondimento "capi­tolino" , che annovera la fir­ma di molti scrittori e pen­satori, offrendo un articolo inedito sul periodo trascor­so a Roma dallo scienziato.
Il titolo della pubblicazio­ne culturale, "Sulle tracce di Luigi Lilio nella Roma dei Papi", è un intervento che vuole essere il primo di una serie che terrà conto delle manifestazioni che il Comune di Cirò, sotto l'egi­da del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali, inten­de organizzare nei prossi­mi tre anni e nella proget­tazione dei quali Imago Romae è, in qualche modo, "fortemente presente" gra­zie ai suoi collaboratori, di­pendenti del MiBAC, che vi sono coinvolti. A comunicare questo
evento culturale l'assesso­re al Turismo Francesco Lombardo. Lilio, scrive Mezzi: «Meritò la stima dei più grandi uomini di scien­za dei suoi tempi e degli au­tori antichi che ne fanno speciale menzione ma il suo nome, col trascorrere del tempo, venne sempre più cadendo nell'oblio». "Ho provato, conclude lo storico" sia pure sinteticamente, di dare risposta al quesito iniziale posto da Maurizio Torrini, durante il primo convegno dedicato a Lilio e credo che qualcosa ne sia venuto fuori che aiu­ta ad ampliare le conoscen­ze, in verità assai poche, sul personaggio.
Concludo con le parole di Tiraboschi che così scrive "Ei sarebbe uomo del tutto oscuro se il suo progetto medesimo non lo avesse re­so immortale, poiché nulla sappiamo della vita da lui condotta, e nulla se ne ha alle stampe.
Ma tutti gli scrittori di quel tempo e la bolla stessa di Gregorio XIII gli assicu­rano la lode di questa in­venzione".
Il Quotidiano