Scrittori

Il retaggio di Luigi Lilio

Il retaggio di Luigi Lilio 
Padre del Calendario
(di Saverio De Bartolo)
 
Il mio peregrinare assiduo tra le bancarelle dei libri mi ha riservato una sorpresa, un modesto libretto intitolato “Calendario, del R. Osservatorio Astronomico di Roma sul Campidoglio, Anno 1931, editore Nicola Zanichelli, Bologna”.
All’interno assieme ad un primo capitolo “Nozioni fondamentali di Astronomia”, eminentemente didattico, il capitolo “Calendario Gregoriano”, tre facciate di testo e tre tabelle di numeri che servono per calcolare la data della Pasqua, dalla quale si deducono le date delle feste mobili.
A questo punto tralascio gli ulteriori contenuti del libro e riparto con la fantasia a Luigi Lilio che nel breve testo, guarda caso, non compare affatto. Ma la mia conclusione immediata è molto semplice: tutto ciò è merito di Luigi Lilio, la sua eredità, il lascito all’umanità intera, in primis alla Chiesa Cattolica e a tutti i cristiani del mondo e alle nazioni del mondo che hanno adottato il Calendario Gregoriano. Una grandissima eredità semplicemente contenuta in un modestissimo testo scritto corredato di tre semplici tabelle.
Questo in ulteriore sintesi il contenuto del testo.
“Il Calendario Gregoriano, introdotto nel 1582 dal Pontefice Gregorio XIII è stato successivamente adottato da tutti i popoli cattolici e protestanti, e, più recentemente, anche dagli Ortodossi, dai Giapponesi e dai Cinesi.
Il Calendario Gregoriano venne a sostituire il Calendario Giuliano, secondo il quale si facevano bisestili tutti gli anni indicati da un numero divisibile per 4. Il ritardo dell’anno giuliano sull’anno tropico (il tempo che il sole impiega a tornare all’equinozio di primavera) era con grandissima approssimazione di tre giorni ogni 4 anni. Per ristabilire l’accordo fra il calendario e il moto del sole, la riforma gregoriana (elaborata da Luigi Lilio), decise di sopprimere 3 bisestili ogni 400 anni, ossia di rendere comuni gli anni secolari nei quali le ultime due cifre significative formano un numero non divisibile per 4, (es. il 1700, 21800, 21900, – in essi non sono divisibili per 4 i numeri 17, 218, 219 – diventano comuni, mentre il 2000 rimane bisestile). In tal modo l’accordo è raggiunto col solo errore di circa un giorno in 33 secoli.
L’anno gregoriano medio (tenendo conto dei bisestili) risulta composto di giorni 365,2425 cioè 365g 5h 49m 12s, mentre il vero anno tropico è di giorni 365,2422 ossia di 365g 5h 48m 46s. Questo è l’errore che è rimasto, cioè 26 secondi che cumulandosi anno per anno porterà a una ulteriore correzione di un giorno ogni 33 secoli.
Dalla data della Pasqua si deducono:
La domenica di settuagesima andando indietro di 63 giorni,
Le ceneri andando indietro di 46 giorni,
L’Ascensione aggiungendo 39 giorni,
La Pentecoste, aggiungendo 49 giorni,
Il Corpus Domini, aggiungendo 60 giorni.
La data della Pasqua di un anno qualunque si può trovare facilmente quando si conosca la Lettera domenicale e l’Epatta, con le quali si entra nella Tabella per il calcolo della Pasqua.”
Proviamo con le tabelle citate a calcolare la Pasqua dell’anno in corso, il 2011.
 
Per trovare la Lettera domenicale di un dato anno occorre indicare ordinatamente con le prime lettere dell’alfabeto i primi giorni dell’anno. Così il 1° gennaio avrà la lettera A, il 2 la B, e via di seguito. La lettera che capita alla prima domenica sarà la lettera domenicale. Se l’anno è bisestile le lettere domenicali saranno due, e la seconda si trova applicando la stessa regola ai primi giorni di marzo.
L’Epatta indica l’età della luna al 1° gennaio; essa va dunque da 0 a 29.
La lettera domenicale si trova con la Tavola della lettera domenicale, identificando l’anno del secolo (i numeri vanno da 0 a 99), per esempio l’anno 11 del 2011, e il secolo in questo caso il 2000: incrociando in tabella l’11 e il 2000 si trova la lettera B che significa che il 2 gennaio del 2011 era domenica.
L’epatta si trova nella Tabella delle epatte. Nella tabella identificando l’anno, es. 11 del secolo in corso, e il secolo 2000, in corrispondenza si trova l’epatta che risulta 25.
 
Con la lettera domenicale B e l’epatta 25 si va nella Tabella della Pasqua, incrociando i dati si ottiene la data della Pasqua che risulta il 24 aprile. Così come realmente è stato. Dalla data della Pasqua si ricavano le date delle Feste mobili, così per l’anno 2011 si ottengono:
La domenica di settuagesima il 20 febbraio,
Le ceneri il 9 marzo,
Le Palme il 17aprile,
L’Ascensione il 5 giugno,
La Pentecoste il 12 giugno,
Il corpus Domini il 26 giugno.
Con l’uso delle tabelle citate chiunque può calcolare la data della Pasqua e quelle delle Festa mobili. In questo modo il nostro Lilio, il grande, e ancora ignoto per tanti aspetti, astronomo, ha lasciato a ognuno di noi una grande eredità di fede e di conoscenza.
Riandando con la memoria nel secolo XVI, il secolo della riforma del calendario, si può ragionare su quello che avrebbe perso la società civile, una volta venute meno le certezze sulla reale corrispondenza del calendario con le stagioni. La religione non era soltanto una questione di fede, ma poggiava su un insieme di interessi, che avevano a che fare con l’arte, la natura, la vita e la morte delle persone, i rituali e le feste. Il permanere nelle incertezze, avrebbe creato problemi notevoli su un gran numero di nozioni utilissime che tenevano insieme le società fin dall’inizio dei tempi. Si può evincere da tutto ciò l’urgenza della riforma.
Il Calendario è stato emendato sottraendo 10 giorni nel mese di ottobre del 1582.
Il Papa Gregorio XIII con la Bolla Inter gravissimas pubblicata a Roma il 1° marzo 1582, promulgò il nuovo calendario che si basava sui calcoli riportati nel libro di Luigi Lilio, purtroppo rimasto manoscritto, tuttora introvabile nonostante siano passati cinque secoli. Antonio Lilio fratello di Luigi fu ammesso nella Commissione istituita per l’emendazione del Calendario, poiché Luigi Lilio era passato a miglior vita. Gli altri componenti della Commissione erano eminenti personaggi della Chiesa Cattolica. Evidentemente l’ammissione di Antonio Lilio nella Commissione si può spiegare pensando che egli fosse conosciuto o da un alto prelato, si suppone il cardinale Sirleto, calabrese, presidente della Commissione, o dal Papa in persona, la qual cosa avvalorerebbe l’ipotesi che egli fosse il medico del Papa.
Molti studiosi cirotani si sono impegnati a scrivere su Lilio, in ordine di tempo: Gian Teseo Casopero, Gian Francesco Pugliese, Giulio Aromolo, Egidio Mezzi e assieme al Mezzi il suo giovane allievo Francesco Vizza.
Mezzi e Vizza sono gli autori dell’ultimo libro su Luigi Lilio, edito dall’editore Laruffa di Reggio Calabria, sponsor il Comune di Ciro’, in occasione della ricorrenza nel 2010 del quinto centenario della nascita dell’astronomo cirotano. E’ mia opinione che il libro sia un punto fermo sulla storia di Lilio, non si potrà prescindere da questo per ulteriori ricerche.
A questo punto non ci si può esimere dal constatare che ancora oggi, a distanza di cinque secoli, permangono una serie di incertezze che destano sorpresa. Le date di nascita e morte di Lilio non sono ben note, non ci sono documenti che diano certezze, non ci sono notizie sui rapporti tra i due fratelli e sulle loro famiglie, né sulle reali conoscenze sugli studi e titoli accademici, non si conoscono i loro percorsi lavorativi né le loro ricerche e relative pubblicazioni. Il famoso Manoscritto di Lilio, che conteneva gli elementi per la riforma del calendario, è ancora un mistero. Non si conosce il percorso del libro tra Antonio Lilio e i componenti della Commissione e il suo destino finale. Per troppo tempo si è confuso il famoso Compendium col il Manoscritto di Lilio, mentre risulta essere un riassunto fatto da Pedro Chacon, componente della Commissione,  per ordine di Gregorio XIII, da inviare e ai regnanti cattolici di tutta Europa e a tutto il mondo accademico e religioso per avere il loro parere. Sul valore dei contenuti del Manoscritto non ci possono essere dubbi. Come non ce ne possono essere sul nome di Lilio come autore. Ne fanno fede le Bolle papali che sono così precise nell’indicare il nome di Luigi Lilio come inventore della Riforma. Come pure i libri del cardinale Cristoforo Calvio, componente della Commissione, gesuita, grande matematico e astronomo, che ricevette dal Papa l’incarico di promulgare i contenuti del Calendario e difenderlo dalle aggressioni che si sono succedute dopo la emendazione del Calendario e l’abolizione dei dieci giorni. Nei suoi libri Clavio non nasconde il nome di Lilio e ne loda le qualità di astronomo e matematico. Tuttavia Luigi Lilio rimane un illustre sconosciuto e attorno alla sua vita permane una autentica confusione.
Da tutto ciò si desume che occorre riprendere la ricerca a tutto campo e ridare a Luigi Lilio il posto che gli spetta tra i grandi della matematica e dell’astronomia. Non si possono tacere, comunque, i nomi di coloro che con molta abnegazione si sono prodigati a ricercare notizie sulla vita e le opere di Luigi Lilio. Tra i più noti i ricercatori stranieri, di lingua tedesca il Kaltenbrunner, lo Schimd, il Moyer e il Duncan statunitense. Non ultimi i nostri Aromolo, e i più recenti Mezzi e Vizza. Nel libro citato Mezzi e Vizza hanno aggiunto due documenti, rimasti finora sconosciuti, che sono: la lettera del cardinale Cervini al cardinale Sirleto che mette in evidenza che Lilio si trovava a Perugia, la qual cosa non era ancora provata e, di recente, il Compendium, manoscritto in lingua italiana, che era rimasto sepolto per cinque secoli, che potrebbe dare qualche risultato valutando le differenze con il Compendium in lingua latina.
Una ulteriore riflessione va fatta sulle motivazioni per l’emendazione del Calendario. Evidentemente non erano molto sentite nel mondo accademico del periodo storico, ovvero dai più eminenti scienziati dell’epoca: l’emendazione del calendario non porta il loro nome. Ci si può chiedere se fosse perché mancavano i mezzi scientifici – si può ricordare che nel periodo storico non era ancora stata adottata la virgola per indicare i decimali nella numerazione – oppure perché mancavano appropriati modelli matematici per fare una riforma scientificamente corretta. O forse perché non ne sentivano correttamente l’urgenza. Mentre l’urgenza era sentita dalla Chiesa Cattolica del dopo Concilio di Trento, per la determinazione delle feste religiose mobili, soprattutto della Pasqua.
Luigi Lilio, si suppone, non fosse uno scienziato conosciuto nel mondo accademico: non ci sono tracce di suoi insegnamenti nelle grandi Università, non ha pubblicato libri sulle sue teorie, il suo nome forse non era molto noto nel mondo scientifico. Si sa soltanto della sua unica opera: il suo Manoscritto. Ma il suo modello matematico riportato nel suo libro rispondeva alle esigenze della Chiesa cattolica, infatti la Commissione per l’emendazione del calendario riconobbe che risolveva i problemi più urgenti della determinazione della data della Pasqua e delle festività più importanti e tanto bastava.
Il Calendario Gregoriano, o Liliano, regna sulla nostra vita quotidiana da oltre quattro  secoli.
Nota bibliografica:
La letteratura sul calendario è sterminata. I nomi citati nel testo e i fatti più salienti sono reperibili nei testi seguenti:
Coyne, et alter, Gregorian reform of the calendar, Procedings of the Vatican conference to commemorate its 400thanniversary 1582 – 1982. Pontificia Academia Scientiarum, Specola Vaticana, Roma, MCMLXXXIII.
Mezzi E., Vizza F. , Luigi Lilio, Medico Astronomo e Matematico di Ciro’, Laruffa Editore, Reggio Calabria, 2010.