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Le perplessità sulla pavimentazione del Castello
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Le perplessità sulla pavimentazione del castello di Ciro e sulla possibile realizzazione dell'astronomo
Diverse interpretazioni su Lilio
La presentazione del libro di Salvatore Costa è stata l'occasione per un confronto
Di GIACINTO CARVELLI
POLEMICHE alla conferenza convegno sui fratelli Luigi e Antonio Lilio tenutasi ieri mattina presso la sala della cultura. Si sono contrapposti, infatti, con due tesi completamente agli antipodi, Salvatore Costa, autore del libro "Il ricamo di pietra... ignorato" e lo studioso di Lilio Giovanni Monterosso.
Oggetto della querelle, i disegni della pavimentazione del castello di Ciro, che per Costa sono riconducibili agli studi del grande astronomo e medico cirotano, mentre per Monterosso, non vi sarebbe nessuna correlazione. L'iniziativa, promossa da Gabriele De Franco, responsabile della costituenda associazione Paternum, ha visto anche la partecipazione di Stefano Bidone, in rappresentanza del gruppo di astrofili, che verrà intitolato a Lilio, e Claudio Pirillo, segretario dell'associazione "Amici del tedesco".
Nella sua introduzione De Franco ha sottolineato che l'aver tenuto l'iniziativa proprio in questo periodo non è casuale, visto che proprio l'esatta collocazione della Pasqua è stata al centro della riforma del calendario realizzata secondo gli studi di Lilio da Gregorio XIII.
«Questa nostra conferenza - ha detto De Franco - vuole da essere da stimolo a molte altre che ne seguiranno nel 2010, che è l'anniversario dei 500 anni dello studioso cirotano, che va rivalutato». Una carrellata dei principali astronomi è stata fatta da Didone, che ha proposto, in sequenza, Galileo, Telesio (altro calabrese illustre) e, appunto, Lino, che «con i suoi studi pose le basi per il calendario gregoriano decretato con bolla papale del 1582». Costa, l'autore del libro, ha illustrato, attraverso delle slide, il suo studio sulla pavimentazione nel castello di Ciro, in cui ha evidenziato la presenza della stella a nove punte posta al centro e l'enneagramma, fino a giungere alla conclusione che «i disegni della pavimentazione possono essere quelli raffiguranti il movimento della terra intorno al sole e lo studio dei solstizi e degli equinozi».
Rocca ha sottolineato come per molto tempo la pavimentazione che si trova all'interno del castello Carafa di Ciro è stata ignorata. La sua ricerca è iniziata nel 1999. «La trama della pavimentazione - ha detto Costa - è realizzata su tre filari di mattoni rossi. I quadranti sono riempiti con ciottoli di fiume. Il percorso dei mattonami presenta un andamento molto particolare non riscontrabile in un altro tipo »di pavimentazione. La corte ha detto ancora l'autore del libro - presenta la dimensione di 17 metri per 17 circa ed ha forma romboidale».
Proseguendo nella sua descrizione, poi, ha evidenziato la presenza dei numeri 1 e 9 e della "croce solstiziale" e di una sezione aurea. Lo studioso Monterosso, invece, ricordando i suoi studi su Lilio anche nella biblioteca vaticana, ha sottolineato l'importanza storica avuta dall'astronomo cirotano nella storia e del fatto che il fratello Antonio, non sia riuscito a pubblicare i suoi studi perdendo, di fatto, tutti i diritti che gli sarebbero spettati.
«Di lui –ha detto Monterosso - si sa davvero poco e non si sa neanche se è tornato mai a Ciro. Pertanto, non c'è nessuna prova documentale che il disegno all'interno del castello sia riconducibile a lui ed ai suoi studi».
Infine, a chiudere gli interventi, Pirillo, che ha messo in evidenza come all'epoca ci siano stati dei forti legami tra Lilio e gli ambienti culturali tedeschi.