Scienziati

Il Mago onnisciente

P.M. ELIAS  ASTORINI

“ Il Mago onnisciente” Uomo dalla memoria prodigiosa fu perseguitato per le sue idee dall’Inquisizione, nacque a Cirò nel 1651, viaggiò per tutta l’Europa e mori a Terranova di Tarsia nel 1702”. 

Sebbene vari luoghi si contendono la patria dell’Astorini pure l’opinione più comune dei suoi biografi è che Egli sia nato a Cirò il 5 Gennaio 1651 e fu nel battesimo nomato Tommaso Antonio. Dotato di “ mostruoso ingegno e prodigiosa memoria” fu avviato allo studio delle lettere italiane, latine e greche dal padre, Diego Astorini che, al tempo della sua fanciullezza, esercitava la professione di medico ad Albidona, in provincia di Cosenza. Nel 1667 a soli sedici anni entrò in convento a Cosenza e vestì l’abito dei Carmelitani calzati prendendo il nome di Frate Elia ed ancora novizio “ Compare nei Pergami di Corigliano e all’accademia”. A Cosenza fu discepolo di Telesio e Campanella, studiò , quindi, a Napoli nel convento del Carmine Maggiore con P.M. Anello Russo , filosofia Aristotelica, ed a Roma , con Perez de Castro, approfondì gli studi di teologia. Pur così giovane aveva acquisito una reputazione tale che gli veniva consentito nel sostenere le sue conclusioni filosofiche, di scrivere in fondo ad esse il motto “ Defendet ipse solus”. A Roma diventa sacerdote e, nominato reggente di Filosofia,ritornato a Cosenza per curare gli affari familiari a seguito della morte del genitore,si dedicò all’insegnamento di questa materia, riscuotendo enorme successo per la sua dottrina. Ancora giovane era tanto istruito nella lingua greca, latina, ebraica, siriaca ed araba che ne compose le relative grammatiche e le sue lezioni erano talmente avvincenti da attirare giovani studiosi da ogni parte. Si trasferì a Penne in Abruzzo dove continuò a professare la sua dottrina. La sua grande intelligenza e sapienza impressionarono tanto da essere considerate frutto di arte magica. Secondo l’indirizzo del tempo fu accusato “ Dotto per magia” e caduto sotto i sospetti dell’Inquisizione fu costretto ad emigrare. Invitato a predicare la Quaresima a Roma non accettò, non confacendogli l’aria e dimorò per qualche tempo in Albano dove, vedendo che le sue opinioni erano prese per delitti contro la religione, domandò di essere trasferito a Venezia. Raggiunta Bari, per prendere con il mare la via per Venezia, venne trattenuto in questa città avendo la cittadinanza riconosciuto il suo sapere. L’Astorini  accettò di soggiornarvi ed incominciò, nella chiesa di San Nicola, il suo annuale di prediche. Il suo sapere destò l’ammirazione dei nobili, dei dotti e dei giovani di Bari e provincia. A Bari l’Astorini propagando un nuovo metodo di scienza fece discepoli e tutta la sua efficacia didascalica può riassumersi in un nome, nel nome di Gimma suo fedele ed affettuoso discepolo che lo ricorda nei sui “ Elogj accademici della società degli spensierati di Rossano” pubblicato nel 1703 a Napoli da Gaetano Tremigliozzi. Ma anche a Bari l’Astorini cadde sotto i colpi dell’Inquisizione. Fu condannato come eretico e come mago perchè si permetteva di confutare l’antica scienza Aristotelica e si mostrava aperto alle idee cartesiane ed agli studi di Galileo oltre a dedicarsi all’Alchimia ed agli studi Qaballah. Fuggì, quindi, in Svizzera passando prima per Zurigo e dopo per Basilea dove dimoro’ un solo anno e dove studiò anatomia sotto il celebre Ardeso. Abbandonata la Svizzera si trasferì nell’Assia in Germania e a Marburgo fu nominato “ Maggiore” ossia Vice prefetto di quella università con facoltà di insegnare filosofia pur non essendo ancora laureato. Si trasferì successivamente a Groninga, in Olanda, dove il primo novembre del 1686 si laureò in medicina discutendo una tesi, ardita per quei tempi, sulla fecondazione. In questa città ebbe anche l’incarico di insegnare matematica ai Francesi cadetti. Nello stesso anno pubblicò il suo trattato : “ De Vitali oeconomia foetus in utero” che per la qualità dell’argomento non volle pubblicarlo con il nome preso vestendo l’abito religioso. Anche in Olanda ebbe notevoli discordie teologiche con i protestanti del Nord Europa e scorgendo che i teologi della chiesa riformata si laceravano fra mille contese religiose pensò di ritornarsene fra i cattolici in Italia. Chiese il condono di ogni apostasia ed ottenuto il perdono dal S. Uffizio si recò presso il vescovo di Munster dove fece solenne abiura. Il 13 Marzo 1689 rientrò a Roma dove fu accolto festosamente. Nel 1690 fu inviato a Pisa come predicatore generale. Dopo un anno di permanenza in tale città si trasferì a Firenze dove si conquistò i favori del Gran Duca di Toscana e l’amicizia del Redi, del Viviani, del Marchetti e di tanti altri letterati. A Siena dove si recò nel 1691 come professore di matematica e di scienze naturali cooperò efficacemente all’istituzione dell’Accademia dei Fisiocritici insieme con Pirro Maria Gabrielli. “L’Accademia si ispirava al metodo del confronto fra pari e prese il nome di fisiocritici, cioè giudici della natura, con lo scopo, come veniva dichiarato nelle primitive Costruzioni, di scrutinare ed indagare con giudizio i segni della natura e, quasi come giudici, ributtare dalle scienze naturali ciò che e’ falso per meglio apprendere quello che è vero. Per questo motivo veniva scelta come insegna del nuovo sodalizio la pietra di paragone, usata per distinguere l’oro e l’argento vero dal falso. Ed anche  per questo sarebbe stato scelto come motto della nuova accademia il verso del “ De Rerum natura” di Lucrezio : Veris quod possit vincere falsa. Dell’accademia fu eletto Principe e Censore perpetuo. Nel 1693, ritornato a Roma viene inviato a Cosenza con il grado di maestro in teologia, di Prefetto agli studi e Commissario generale del convento di Cosenza. Ma ancora una volta l’invidia dei frati cosentini nei confronti del suo libero pensiero lo costrinse alla fuga a Cervinara e poi a Napoli dove conobbe il Principe di Tarsia Don Carlo Spinelli che, per l’affetto che nutriva nei suoi confronti e per rimuoverlo dalla tristezza in cui era caduto per la morte immatura di suo nipote Francesco Mainerio Astorino, studente in legge di alte speranze, lo indusse  a recarsi a Terranova assumendolo come custode della sua biblioteca. Fu questa l’ultima residenza di Frate Elia , a Terranova di Tarsia morì il 4 Aprile 1702. 

“ Frate Elia Astorini fu un intellettuale inquieto e tormentato, passato dal chiostro all’insegnamento nelle università riformate Tedesche, presente in Toscana nell’ambiente dei discepoli di Galileo, prima di rientrare e morire nella sua religione. Matematico ed uomo di scienza, che nella  sua Ars Magna trigonometrica non ha lasciato soltanto un ennesimo tentativo di riforma delle tecniche Lulliane, ma anche un vero e proprio progetto enciclopedico, caratterizzato dall’insistente richiamo a motivi platonici e pitagorici eppure segnato anche dall’indiscutibile influenza delle nuove scienze. Senza dubbio la personalità dell’Astorini è al di fuori degli atteggiamenti più consueti dell’inciclopedismo di tipo “controriformista” e si muove in uno spazio aperto ad esperienze assai più complesse, se non addirittura contraddittorie, non riconducibile , insomma, al disegno ideale di trasformare la “ scienza delle scienze” in uno strumento di difesa dell’ordine tradizionale o in una via di ascesa spirituale”. 
“ Elia Astorini fu davvero un uomo di molteplici interessi, un curioso della vita in tutti i suoi aspetti.
Indagò il Creato, la matematica, la medicina, le lingue orientali, la teologia. La fama del suo ingegno fu proverbiale nella cultura del XVII e XVIIl secolo. Dimenticato dopo l’unità d’Italia , per la sua storia, per le molte opere che ha lasciato e, soprattutto per la sua grande libertà di pensiero”  merita di essere ricordato alle generazioni presenti e future.
Bibliografia:
  • Cesare Vasoli – L’Enciclopedismo del seicento , Istituto Italiano per gli studi filosofici, Napoli 2005;
  • Egidio Mezzi – Cirò Dotta , figli illustri di Cirò e Cirò Marina – Studio immagine futura,1992
  • Domenico Canino – Il Carmelitano inquieto , Il Quotidiano della domenica del 29/5/2009;
  • AA.VV  - Le Biografie degli uomini illustri , pagg. 300-302
  • Di Cagno-Politi – “ Rassegna Pugliese di scienze, lettere ed arti, Vol. I- Trani Maggio 1884 n. 5
P.S.
Per una approfondita conoscenza dell’Illustre concittadino pubblichiamo a parte articolo tratto da “ Rassegna Pugliese” di scienze, lettere ed arti. Vol. I – Trani Maggio 1884 n. 5” e Vi rimandiamo alle pagg. 387 – 415 degli “ Elogj accademici della società degli spensierati di Rossano” di Giacinto Gimma pubblicato da Gaetano Tremigliozzi, Napoli 1703.
 Opere:
  • De Vitali oeconomia foetus in utero , Groeningae 1686;
  • Elementa Euclidis ad usum Novae Academiae Nobilium Senensium, nova methodo et succicte demonstrata, apud Benettis , Senis 1691 : coll. P 3 D 27 Bibl. Comunale Catanzaro;
  • Prodromus apologeticus de Potestate Sancte sedis apostolicae, apud Benettis, Senis 1693;
  • Apollonii Pergaei Conica, integrati suae,ordini atquae nitori pristino restituta, apud de Bonis, Neapoli 1702;
  • De Vera Ecclesia Iesu Christi contra Lutheranos et Calvinianos, libri tres, apud De Bonis, Neapoli 1702- Collocazione P. 3 A. 36 della biblioteca Comunale di Catanzaro;
  • Lettere ad Antonio Magliabechi dal 25 settembre 1691 al 29 maggio 1694 – Cod. Magl. Cl. VIII, 171 Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
 
Opere inedite:
  • Commentaria ad scientiam Galilaei de triplici motu;
  • Il consenso ed il dissenso delle tre grammatiche ebraica, arabica e siriaca, e il modo facilissimo per apprenderle ciascheduno da se stesso in breve tempo;
  • Ars Magna in duas divisa dessertationes, altera de origine rerun, altera de ortu et progressu scientiarum; ms. 336 in biblioteca Alessandrina di Roma;
  • Philosophia symbolica, divisa in XI dissertazioni;
  • De recto regimine Catholicae Hierarchiae;
  • Decameron Pitagorico.
 Copiosa la bibliografia sul nostro illustre cittadino consultabile su “Internet” > Elia Astorini > immagini>libri